Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

2 F. Guicciardini che pochi anni dopo affretterà la caduta dell'~~igarchia e l'in~ta:urazione del predominio mediceo, parla, a favore d~ll 1mpr_esa. A_ lui s1 _oppone Niccolò da Uzzano che con la sua, esperienza d1 vecch10 statista ne comprende i rischi mortali, ma i bollenti fautori ~i Rinald? prevalgono; e la guerra è approvata con soli novantanove_ voti contrari. Gu~rra che durerà quattro anni e finirà con quella pace d1 Ferrara (10 ~agg10 1433) la quale, riportando i belligeranti allo statu qi/,0, segnerà 11 c~amoi:oso fallimento della politica oligarchica e sarà tra le cause determmanti la caduta del regime. Francesco Guiociardini ha ricostruito i due discorsi dell' Albizi e. dell'Uzzano. Qui come nei discorsi della Storia d'Italia, non si tratta di esercitazioni 'retoriche all'uso di quelle care agli storici antichi; nelle parole di Rinaldo e di Niccolò la crisi della repubblica fiorentina appare delineata con efficace, sobrio realismo, e la politica delle fazioni avverse vi trova la sua espressione completa e definitiva. AMEJLIA DAINEJLLI. Ragunato adunque il consiglio, messer Rinaldo degli Albizi, che nelle pratiche di minore numero aveva molto caldamente favorito questa impresa, parlò così: « Io so molto bene, prestantissimi cittadini, quanto desiderio e quanto bisogno ha avuto la nostra republica della pace e quanto , gli sia poco a p:r;oposito entrare al presente in nuove spese e peri– coli ; ma io cognosco anche come sia grande la occasione che ci si presenta ora di pigliare Lucca con poco travaglio e piccolissima spesa, e.quanto questa impresa sia giusta, onorevole e piena di ine– stimabile utilità; né è alcuno che non sappia quanto di sua natura siano brevi le occasioni, e che a chi non le sa pigliare quando se gli offeriscono, viene sempre la penitenza, ma rarissime volte il rimedio. « Quali siano stati i portamenti del Signore di Lucca verso noi è notissimo a tutta Italia, e che, nonostante che sia no§ltro vicino, né da noi avuto mai offesa alcuna, hia sempre in tutti i travagli nostri a,derito più alli inimici nostri che a noi: non fu prima fatto Signore che si cominciò ad intrattenere col Duca vecchio, questo ha servito dj danari 1 ), e voluto più presto mandare il .figliuolo a' soldi suoi con minore condotta che a' nostri; e poi che non solo in una occorrenza ha avuto l'animo alieno da noi, ma continuatamente poi che fu Signore, possiamo essere certi che questo è il naturale suo e che sempre sarà della medesima disposizione. Però chi consiglia che si facci la impresa, non solo consiglia che si cerchi di fare. uno acquisto per sé stesso molto opportuno e utile ma quello che più ' ' . ' 1 ) Frase probabilmente cancellata. BibliotecaGino Bianco

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