Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

DISOORSI DI RIN ALDO DEGLI ALBIZI E DI NICCOLÒ DA UZZANO SULLA GUERRA DI LUCCA. 1.'ra le carte di Francesco Guicciardini, custodite nell'archivio de' suoi discendenti, si conserva il manoscritto di una Storia di Firenze, I).Onfinita e per buona parte appena abbozzata, storia che nel disegno del suo autore doveva riprendere e completare l'altra composta nella giovinezza, già nota al pubblico perché compresa nell'edizione Canestrini. Uno dei passi più interessanti di questa Storia, e degno di parti– colare rilievo perché compreso in una di quelle parti, disgraziatamente non troppo numerose, dove il testo appare in forma continuativa e definitiva, riguarda i preliminari della guerra di Lucca; in due discorsi messi in bocca a Rinaldo degli Albizi e a Niccolò da Uzzano sono esposte con mirabile penetrazione e chiarezza le ragioni dei fautori e degli av– versari di quell'impresa. ,Siamo nel 1429. Già da tempo in tutta Italia l'evoluzione dai piccoli comuni alle grosse signorie e la costituzione di più vasti organismi po– litici può dirsi un fatto compiuto. Più lentamente, troppo lentamente, Firenze si adatta alle mutate condizioni d'Italia e di Europa. Gli oli– garçhi che vi governano da circa quarant'anni, mentre sognano l' in– staurazione di un impossibile regime aristocratico, preparano, con lo smantellamento progressivo delle istitu zioni rep ubblicane e la forma– zione dello stato territori ale, la p otenza medk.ea. Ma le continue lotte, - sono di ieri i pericoli morta.li delle due guerr e viscontee, - hanno dissanguato l'erario, gett ato germ i di discordia e di dissoluzione in seno alla stessa fazione dominante. E il dissidio .appare in tutta la sua pro– fondità alla prima occasione. Da due anni si trascina una vertenza tra la repubblica e Paolo Gui– nigi, signore di Lucca. Di poco momento I.a ragione ufficiale di essa: il debito del Guinigi per una condotta di Braccio da Montone, debito che costui, cedendo alle richieste ed alle minacce, nel 1429 finalmente paga. Ma da ol tre u n secolo Firenze guarda a Lucca come a preda agognata, ed ecco .c.he Niccolò Fortebracci, capitano delle sue milizie, invade il territorio luc chese. Alle proteste del Guinigi la Signoria risponde con una giustificazione spesso usata in quei tempi : avere il condottiero agito di sua iniziativa, senza alcuna commissione. Ma intanto nei Consigli si discute decisamente cli un'impresa di Lucca. Nel novembre di quest'anno, in una solenne assemblea di quattro– oentonovantotto cittadini, Rinaldo degli Albizi, con quella avventatezza I. Pègaso. B1bl10 ca Giro Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy