Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

Oinematograf o 1930 199 pochi e taluni assai incompleti, ma ci sono dei competenti, e, per poco che si voglia seguire la vicenda e lo sviluppo di questa novis– sima forma di espressione, bisogna dar retta a loro e badare ai ri- 1mltati raggiunti nelle loro opere. Ma, si dirà, che vale la compe– tenza di costoro così p•revalentemente tecnica, che culturalmente dimostrano tanta deficienza ? Ritorniamo così ;:tl punto cruciale sopra accennato : il direttòre competente manca di una necessaria educazione culturale e viceversa poi questa è d'impaccio all'intel– lettuale che si applichi al cinematografo. Queste, s'intende, sono generalizzazioni, ma il travaglio, la crisi del cinematografo può ricondursi a tali elementi essenziali. E ne uscirà vittorioso solo attraverso una critica autonoma, ben fondata, sopra.tutto libera dagl'inimmerevoli pregiudizi e di tecnicismo e di estetismo. Vo– glio dire che mi par chiuso il periodo di quelle semplici « beaiités acC'identelles )) che Oocteau sei anni or sono considerava come l'unico contributo del cinematografo alla nostra sensibilità. Tant'è vero che Ooctea,u stesso non ha resistito alla tentazione e ha messo su il suo bravo film, La, vie du poète, e com'era prevedibile, con tutto il gusto che gli si riconosce quale instauratore da Parade in qua di quel suo famoso Esprit Nouveau, non ha fatto che opera di letterato, di metteiir-en-scène, di mimo, esibendosi nel suo so– lito gioco tra il patetico e l'ironico di scambietti, ammiccamenti et aiitres allusions secrètes, accompagnato dalla partitura di Auric. Mentre il cinematografo (fino a quando si dovrà ripeterlo?) è un'altra cosa, e pur totalmente diverso Gom'è dal teatro, come il teatro ricusa il sottinteso intellettuale. Il cinematografo, stupido eome l'occhio d'un bue, si perse per degli anni a guardare un po' tutto senza riuscire a vedere niente: poi tutt'a un tratto ci s'accorse che la. sua retina reagiva singolarmente a certe vibrazioni luminose, scopriva prospettive, accusava ritmi, - telescopio o microscopio secondo i casi, - traduce-va la visione in termini affatto impensati. Tali << bellezze accidentali>) sfruttate dapprima grossolanamente dai più furono d'altro canto esaltate, ricercate, ripetute come << fine in sé)) da quello spirito d'avanguardia che presiede a tutti i soliti ten– tativi eccentrici e polemici, e si ebbero i film astratti, assoluti, surrealisti, puri di ogni contenuto fuor che, spesso, fraudiano; ma quelle accidentali bellezze sempre più approfondite e affinate da pochissimi artisti ham10 permesso la realizzazione di quelle tali rare opere che pur nel grande disordine e nella incertezza attuali, auto– rizzano a credere fermamente al cinematografo come a una realtà viva e inconfondibile. Indicherò più oltre quali sono i più recenti risultati di questi pochissimi artisti, ma prima accennerò a due libri che tipicamente rappresentano due mentalità differenti di fronte al fatto cinematografico. . II libriccino di Eugenio Giovannetti, Il cinema e le arti mecca- BibliotecaGmo Bianco

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