Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

I capricci dell' .Adriann. 197 - Ha l'amoroso, - disse la Maria. - Me l'ha raccontato sta– ma,ni. Ma non si possono sposare perché sono poveri. - Perché 1110nme l'hai detto, - esclamò.la cantaIDte, - che si vorrebbe sposare? È giovane, bella, e ha l'amoroso. Deve essere anche buona. È giusto che si sposi. ·Sai, Maria, cosa farò? le farò il corredo. Dirò al conte di regalarle dei denari; io stessa gliene darò. Guarda, pr,endimi la borsa, - prosegui; - la borsa verde che tengo nel cofanetto. La cameriera le recò una borsa a sacco, legata da un nastro, tin– tinnante. Levata a sedere sul letto, la cruntante sciolse il legaccio, rovesciò il contenuto sulle coperte. Fu una cascata d'oro, un muc– chietto che rimase lucente e freddo sul biamco dei lini. - Sono ricca, - disse l'Adriana, - e li farò sposare sùbito, perché sirurio felici. Volle che la Maria l'aiutasse a riporre quelle monete. Le racco– glieva con le mami tremanti, coovinta del bene. Poi si ridistese, chiese la corona del rosario e voltata verso il muro incominciò a pregare. Ma già il sonno la vinceva, già le fermava le labbra, le componeva pla,cido il volto. Le mani più non scandivano i chicchi; riposavano anch'esse pallide e intrecciate. La Maria, china su di lei, le vide chiudere gli occhi, rimboccò le coperte e tirò len,tame1nte le cortine. Soddisfatta, la cameriera entrò poi nella sua camera, ma prima di andare a dormire volle affacciarsi alla fine-stra. Non si scorgeva .altro che un nero minaccioso, e se lo sguardo tentava scrutarlo, ne rimaneva affascinato ed impaurito, come di una presenza so– vrumaIDa; ma quel gram cantare d'ei grilli riconciliava con la notte e la memoria, vincendo il buio, vedeva senza errare l'aspetto delle cùse, ricomponeva, il panorama. La Maria si diceva che'la sua pa– drona era buona, e co111 tenerezza giurava di servirla per tutta la vita. ALBJSSANDRO BONSANTI. BibliotecaGino Bianco /

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