Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

I GATTI DI VENEZIA. D'inverno, Venezia va a letto'presto; e la strada, fin dalle prime ore di notte, è tutta dei gatti. · Se andate un po' in giro, udite levarsi da ogni angolo buio il loro ventriloquio d'amore, lagnoso, cupo, interminabile, lacerato ad ora ad ora da un grido di spasimo che vien su proprio dalle vi - scere e sembra tirarsele dietro,' rovesciandole fuori dai magri corpi in convulsione. Se vi fermate un momento ad ascoltare, all'imbocco d'una calletta morta, vedete quattro occhi gialli, di fosforo, accesi nell'ombra più fonda e già fissi su voi, sul vostro volto. E intorno s'è fatto d'improvviso un silenzio pieno cli spavento, come dopo un assassinio. Gatti s'incontrano anche per le calli meglio illuminate; ma son coppie tacite e tranquille. Strisciano lungo i muri, a passo lento o al piccolo trotto, la femmina avanti, il maschio dietro, finché scan– tonano, sparendo nella tenebra d'un sotoportego. Oppure stanno accovacciati sui ponti, sotto il lampione, la femmina un gradino più su del maschio: si guardano, e non si dicono niente. Quando sentono un passo avvicinarsi, lei non si muove, sicura e indifferente, lui gira la testa, punta gli occhi e inarca il dorso, inquieto e sospet– toso; pronto a schizzar via se annusi odor di pedate. Le donne hanno sempre la coscienza a posto. Potete incontrar pure, su qualche fondamenta remota, dei gruppi di tre quattro gatti novelli che fan la ronda davanti a una porta chiusa, invitando la bella addormentata con richiami e canti quasi umani : lunghe melopee in minore, su un tono solo, vocalizzi vir– tuosi, romanze col tremolo del sentimento e l'acuto della passione. (Solo i duelli e gli amplessi non si vedono mai, neppur nelle ore più deserte). Voi rientrate in casa con queste cose negli occhi e negli orecchi. Non è da stupire se poi,. tutta la notte, sognate gatti : tradimenti, come insegna la cabala. Ma su questo punto la cabala è certamente bugiarda, perché il gatto, non promettendo mai nulla di buono, in realtà non tradisce nessuno. Fa i suoi comodi, e solo i suoi comodi, manifestamente, senza ipocrisie; contenuto, però, da un pudore fisiologico, - se "blioteca Gino Bianco

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