Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

L' imperatore << parvenu >> Eppure non mai come oggi sentiamo che la concezione di Napoleone nell'ideare quella impresa folle moveva da un alto concetto. Scrive il Mazzucchelli: « Bisogna, riconoscere che egli vi è stato spinto da grandi e generose idee. Preoccupato degli immensi sviluppi degli Stati Uniti, dopo che, con l'aiuto dei francesi, hanno scosso il giogo dell'Inghilterra e conquistato la loro indipendenza, l'Imperatore pr-eveide che i destini futuri di quella nazione, che non ha ancora cento anni di esistenza, ma ha già assunto la supremazia nel nuovo continente, costituiranno una minaccia ed un pericolo per il nuovo mondo. Che di– verrà l'Europa se questo popolo di mercanti, ricco p,er lavoro, forte per ricchezza, si servirà un giorno dei suoi vascelli da guerra e delle sue navi mercantili per dominarla ed imporle i prodotti della sua agricoltura e della sua industria ? Se al Messico si creasse un impero latino, vero con– trapposto all'agglomerazione anglo-sassone dell'America del Nord, ecco che il pericolo sarebbe tosto scongiurato». Rimar-rebbe una domanda che non può avere risposta, una questione che non può .essere risolta. Sono cose, del re,sto, che per gli storici non hanno valore al modo stesso che per un filosofo positivista la ricerca delle cause prime è ritenuta come; una malattia dello spiritò. Ad ogni modo la domanda si presenta interessante. Il conte di Cavour morì il 6 giugno 1861. Napoleone ne apparve costernato. Il Mazzucchelli osserva: « Con la morte del compliee di Plombières il .Sovrano crede per un momento di avere ritrovata la sua indipen– denza. Illusione! Cavour ha già un ,successore: si chiama Ottone di Bismarck». Questa non è osservazione nuova: gli scrittori francesi con molta più drammaticità, e passione, e disdegno, dicono la stessa cosa. Ma io volevo domandare questo: vivendo ancora Cavour, le vicende d'Europa avrebbero preso il çor.so che poi presero ? · Dominato, •sia pure, ·è l'Imp.eratore dal sòmmo statista italiano; ma il fascino che questi esercita è diverso da quello di Bismarck. Cavour era di ben altro metallo umano che non Bismarck, il cancelliere di ferro. In un'altra Europa e con altra umanità, Napoleone III sarebbe potuto riuscire un alto Imperatore, ma in tale caso è probabile che gli uomini non avrebbero bisogno di Imperatori. Per quello che riguarda la nostra patria, è davvero commovente os– servare ·che quanto più documenti vengono in luce, tanto più appaiono manifesti e costanti i segni di amore che Napoleone III nutrì verso que– sta Italia, da lui considerata come seconda sua patria. E questo affetto di lui per l'Italia non dovrebbe essere dimenticato. ALFREDO p ANZINI. MARIO MAZZUCCHELLI, Napoieone III. Edizioni «Corbaccio», Milano, 1930, p. 598, con figure nel testo e fuori testo. L. 25. BibliotecaGino Bianco

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