Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

42 U. Fracchia pide ovale che, murata nella parete, ricorda- il tristé evento, sola memoria che lo tramandi ai posteri in quel luogo. ·Ma subito sotto i 1I1ostripiedi si forma un laghetto : ragione per cui, tutti vergo– o·nosi confondendoci Ìiil mille scuse, dobbiamo rompere ogni indugio : fuggir via. La buo1I1a siglll'ora, piena d'indulgenza, c'rnvita a ritor– lllare in una giornata migliore, la prossima primavera; ma la ser– vetta, quando noi, con i cappelli calati sugli occhi e i baveri alzati fino agli orecchi, ci buttiamo nuovamente nella pioggia attraverso il giardino, guardandoci con occhi risentiti già brandisce un ceincio per asciugare i pavimenti dove siamo passati. Così, di questa visita, io conservo soltainto il ricordo ,di alcune vecchie tappezzerie e la visione di qua.lche panorama spazioso appena intravisto attraverso i vetri delle finestre. Del resto, del 1849, non rimane, 1I1ellavilla d'E1I1trequi1I1tas,più nulla, salvo i muri. E la buona signora ci dice'Va candidamente che qua<ndo il generale Diaz era Mi.dato lassù in pio pellegrinaggio e, commosso dalle grandi e pietose memorie del luogo, aveva voluto appendere sotto la lapide ovale, come un ex voto, la propria croce di guerra, essa, la buona si– gnora, aveva avuto cura di predisporre 1I1ellastanza alcuni mobili antiquati, perché la scena avesse un po' del colore del tempo. Certo avrebbe fatto altrettanto per noi, se non l'avessimo colta di sor– presa in ullla giornata. illl cui, chi vive nella solitudrne di Ellltre– quiintas, ha bein ragione di non aspettare visite, e tanto meno quella di gente inzuppata filllo al midollo per amore di Ù.lllRe morto da; ottant'amni, e da altrettamti anni quasi dimenticato. Forse è stato Ulllbene. Tornati illl città, abbiamo dovuto metterci a letto, Ìiil UIIlO di questi ,duri e freddi letti d'Oporto, fatti d'un unico e sottile ma– terasso di capecchio, e chiedere al vin caldo un po' di ristoro per le nostre membra intirizzite. IBERISMO PORTOGHESID. <Mentre l'espresso del sud corre verso Ooimbra soprll, una pia– lllura, ondulata dove boschi di pillli e di eucalipti s'-altemano con pascoli deserti, ho da un giomale un piccolo saggio della fortullla e popolarità che l' <<iberismo)), caro all'amico Gimenez Caballero, god'e in Portogallo. Trascrivo senza tradurre, perché la lingua por– toghese è naturalmente universale : « O nosso povo ,s6 compreende e s6 pode admitir o iberismo se em l~ta - que nao deseja - Portugal voltasse a ve1_1cer Espanha e l~e 1mpusesse a hegemonia tendo toda a, peninsula ,por capita! ~1sb?•a. 86 assim podemos admitir, por hipotése romantica,, a uniao iberica come a teem fantasiado ce rtos utopistas gloriosos que di– sconhosce~ a_nossa indole, •O nos.so temperamento, o 1I1osso rgulho, a nossa d1gmdade de Portug uesés. C olombo nao era espanhol; o BibliotecaGino Bianco

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