Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

FOGLI DI J)IARIO. IV. OP0RT0 SOTTO LA PIOGGIA. RimMJ.iamo alcu111e ore al largo, in vista della foce <lel nouro. L'Eunice rolla sul mare di piombo, mentre la terra, dinanzi a 111oì, già co111fusa co111 le nuvole basse e scure, minaccia di svanire del tutto nelle ombre della sera. Il semaforo, irnterrogato ansiosamente coi canrnocchiali, cieoo ai richiami delle -barndiere, non dà segno di vita; e il Capitano, ,<µ minuto in minuto più nervoso, va rìpeteindo che se il pilota tarda anoora mezz'ora le cond1zio111i della marea non ci permetterarnno di pas~are per oggi la barra del fiume, e la nostra dMJ.za sulle 0111de bollenti si prolu111gherà senza respiro fino a do– mani. F,ortu111atamente, quando già stiamo per perder~ oginj spe– ranza, un oe111cio nero sale a sventolare sulla punta d'un'asta i111vi-- sibile, e llloi, virarndo di bordo, mettiamo la pru,a sul Oast~llo •della foce, do111deU111a scialuppa a vapore, rompendo vento e mare, ar– rarnca affan111ataper venirci incontro. Passiamo la barra del Douro : essa si presenta ai miei oochi sotto l'aspetto d'un'onda lunga e tesa, sulla quale la nave scivola come Ulllfuscello preso nel remolo d'una corrente·. Dopo dì chf', im– mediata, la pace: il battere dell'elica riprende il suo ritmo placido e regolare, e su quell'acque piane, fra due rive a un tratto i-poglìe d'ogni 111ebbia, incomi111ciaP1-o a risalire il fiume. La terra è tutta imbevuta di pioggia,· ,d:'un color bru1110 cupo, ombre e contorni addi– rittura llleri. Boschi di pini bituminosi coronamo le colline, circon– dano le poche case sparse sulle· penj:)_ici,affondate ilil molli prati di borraccina e di locopodio. La città appare poco dopo ad una svolta, sulla sinistra, arnch'essa tetra, ma assai più vasta di quanto non prevedessi, e accastellata /su molti pia~i. Un ponte di ferro, alto e curvo come U1I1 arcobale1110,congiunge le dlue· rive. Qua1I1do gettiamo l'ancora sotto l'Ospedale inglese, a due passi dalla Do– gana, incomincia a piovere: pioggia fitta e insistente, che mi accom– pagnerà mo a Lisbona. Ero preparato a coooscere i111 Oporto una città mali1I1co1I1ica ome le memorie che per 111oi sono legate al suo nome: luogo d'espiazione « a' tristi errori» di un re sfortu111ato,suo esilio e sua morte; ma il cielo vuole che io llle porti per sempre via con me un ricordo BibliotecaGino Bianco

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