Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

740 A. Sorani merge ognuno e ogni cosa in un'aura cli me1liocrit:1., dando nello stel;SO tempo ad ognuno e ad ogni eosa la soddisf~zio~e. di questa_ rne~iocr~tà: come se essa fosse il più bel limite 1lel raggnmg1b1le. Per gli ab1tant1 di Gopher Prairie, tra i qua.li Carol Kennicott si dibatte, ·piena di disgusto e di noia aspirando a gli Qr izzonti più vasti da, cui ella è provenuta, non esiste villaggio più bello e meglio destinato ad eguagliare le città grandi che sono al termine della prateria, non esiste una società più illuminata e insieme più decorosa e avanguardista di quella che essi compongono. Le velleità riformistiche di Carol nel campo della scuola, della 1-eligione, della vita sociale, dell'edilizia sono per loro delle eccentricità e delle stra– vaganze, venute da un. mouclo corrotto, del quale essi ,hanno orrore e dispregio. Non succede a Gophér Prairie nessuna tragedia, vi si pro– duce un contrasto quotidiano, crudele e irritante, tra lo spirito ribelle di Carol, minacciata dal vù·ns del villaggio e gli abitanti del villaggio, un contrasto presentato in una serie che sembra intermina,bile e sempre eguale di scene e di notazioni, da cui emerge lentamente un quadro com– pleto e preciso, anche troppo completo e preciso, della mediocrità pro– vinciale e piccolo-borghese cl' un pacsucolo del Middle vVest, specchio pe1' il Lewis di tutti i paesucoli del mondo. Quel metodo cli osservazione e di narrazione che il Lewis aveva adot– tato in ilfain Strect egli lo ha ripreso e sfruttato, con una maggiore abi– lità e una foga più vivace e quasi tagliente iu Babbitt, il -suo capolavoro. Ma in Babbitt non siamo più nel villaggio sperduto in mezzo a una prateria, siamo nientemeno che a Zenith, la città prodigio, che conta più di trecento mila anime, flove tutti i progressi del -confo1·toamericano sono sensibili, dove, se Dio vuole, gli animi sono apel'ti a tutte le idee e anche i realtors come Babbitt, gli agenti che trafficano nella compra-vendita di stabili e terreni son cittadini cospicui che frequentano i migliori olubs, collaborano alle fortune della città, tengono alto iì nome dell'America. Ma che progresso e che a.ltezza ! Zenith è, in fondo, una Goplter Prairie veduta colla lente d'ingrandimento. Le proporzioni sono mutate, ma lo spirito è rimasto lo stesso; ritrionfano anche qui la grettezza, l'ipo– crisia, il misoneismo e solo gli aJfari si fanno più in grande, le comodità moderne sono più lussuo8e e ·up-to-date, la presunzione è più vasta e ac– cademica, il reclamismo più invadente e prepotente. Ma, se Zenith è una copia ingrandita di Gopher Prairie, vuol dire che quei mali che Sinclair Lewis aven1 analizzati in ilfain Street non erano i soliti mali di tutti i villaggi americani, di tutti i villaggi del mondo ma erano mali americani, difetti, deficienze, assurdità, deviazioni dell'a~ima a,mericana d'oggi quale si configura dina,nzi al mondo per opera d'una so– cietà mercantile e procacciante che si crede libera, ma è ancora schiava di pregiudizi, convenzioni, paure e non sa lib.erarsi e vivere a se– conda dei dettami, o meglio degli impulsi, del proprio cuore. Babbitt rappresenta nel modo più pittoresco e vibrante il trionfo e il supplizio di questa mediocrità che tiene l'uomo chiuso come in uno stampo dal quale egli non riesce ad uscire, dal quale è pericoloso uscire. Anche la storia di Babbitt è una storia composta d'un susseguirsi di scene in cui l'eroe e i numerosi personaggi che lo circondano, familiari amici colleghi, banchieri, impiegati, pastori, maestri ci sono presentati co~ BibliotecaGino Bianco

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