Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

SINCLAIR LEWIS. Non ho ancora letto alcun commento americano all'assegnazione· del premio Nobel per la letteratura a Sinclair Lewis; ma immagino _ch!;l 9uei giovani scrittori che gli Stati Uniti mandano pel mondo a testimomare che anch'essi hanno, in questi giorni, una « letteratura pura» e un'arte cerebrale non ne siano rimasti molto soddisfatti. Sinclair Lewis è ancora giovane, ma non è dei loro; ha sempre disdegnato le infatuazioni e le sofisticazioni, s'è burlato allegramente dei -cenacoli degli esteti come delle congreghe dei Babbitts e, quel che più conta, ha dimostrato che la sua arte è fatta di sostanza viva, è desunta da una realtà copiosamente e minuziosamente controllata, è nutrita di fatti e non, poniamo, di « complessi ii freudiani e tende a dar corpo a scene concrete e a perso– naggi solidi, non ad analizzare pulviscoli di coscienza e filigrane di subcoscienza .. Il premio Nobel a Sinclair Lewis avrebbe invece rallegrato ·sincera– mente un critico come ,Stuart P. Sherman, troppo presto rapito ai suoi studi e alle sue valutazioni, il quale, scrivendo, dopo Main Street e Bab– bitt, sul significato del romanziere, già allora trionfalmente affermatosi, giudicava che con lui la giovane generazione, dopo tanti deviamenti e pervertimenti, reintegrava il dominio del realismo america no e che Mark Twain, Henry James, e D. H. Howells avevano alfi.ne trovato il loro maschio erede .. Proprio lo Sherman è stato il pri mo, se non m'in– ganno, a stabilire un raffronto tra Sinclair Lewis e il Flaubert e ad ap– paiare Carol Kennicott, l'eroina di Main Street, con Emma Bovary, for– nendo un «motivo>> che i più vari critici, da Upton Sinclair a Régis Michaud, si son compiaciuti di ripetere sino alla sazietà. A parte la eo– miglianza delle loro favole e delle loro eroine, Sinclair Lewis, da buon discepolo, era, come il maestro Flaubert, riuscito a dare una rappresen– tazione obbiettiva di una certa società borghese e provinciale, adope– rando lo stesso metodo analitico, realizzando scene ed attori p_er mezzo _di un intricato e minuto sistema di contrasti e di riflessi, con ùn di– stacco rigoroso dai -suoi personaggi, nessuno dei quali lo impersona di– rettamente. Non solo, ma, osservava sempre lo Sherman, come il Flau– bert, a malgTado del suo rigore critico e del suo distacco obbiettivo, era innamorato di Emma Bovary, cosi il Lewis è innamorato di Carol Ken– nicott. Sarei' tentato, a questo proposri.to , di dir!;l che come il Flaubert pro– ruppe un giorno nel suo a ppassionato grido: « La Bovary c'est moi ! » così Lewis potrebbe affermarci che la Carol di Main Street è lui, non BibliotecaGino Bianco

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