Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

290 E. Oecchi sua raffi.nata e scrupolosa filologia, l'Offner non si sia trovato sotto– mrunoche un certo numero di ferri vecchi. Dalle quali osservazioni ci p,reme soltrunto trarre una conse– guenza, ed è questa: che pur nei rappresentamti più IIluovi ed ·auto– ;revoli, lo studio dell'arte continua, sostainzialmente, ad essere '1.'aJC– colta e oonfronto di mat,eriale; filologia, insomma; anche quando, per comodità di coordinazioa1e e di esposizione, il materiaJle stesso veno,a · presentato dentr,o un'apparente inquiaidratura storica. La - per;istenza della fase d'i111vestigazione ed attribuzione deriva, so– pratutto dalla ,strao,rdinaria ricchezza dell'M1tica arte irtaliam.a, dalla do;izia e varietà del suo repertorio. E a scorrere gli indici delle · riviste siull'~gomento, nostre e stran.iere, si direbbe che l'« alttribu– ziolilismo>>noo. ahbia mai imperversato come negli ultimi anni. .Su taJulili aspetti di queste 'ticerche, mi son p11opos,tod'espo•r,re brevi coll1,siderazio1J1i. La ,difficoltà tecm.ica e 1a· oomp1essità dei problemi che s'imper– niamo intorno alle attribuzioni ha1111110 foooito lavoro a, molta gente; ed Mlche agli irolilisti. Si videro dipmti che, ill1pochi am.ni , caID1bia– valil-o,uno dopo l'altro, dieci a,utori; IIléancora forse t rovan p ace. Si senti tanto parlare di equivoci bizmrri :fino aJll'mverosimile. Era naturale che gli ,scettici volesser,o far ridere la platea, a spese degli studiosi. Molière e i comici del suo tempo si burlavano dei medici. ,Ma 'senza dli.re che, al primo mal di testa, si ,saranno affrettati a chia– mar:e il me dico al pròprio capezzale; è certo che, fra quei medici, imparziaJlmente derisi, e anche colpevoli di errori, ve ne saranno stati che contribuirono al miglioramento della. dottrina é avrebbe110 meritalto altro tmtta;mento. Per chi crede che 1o studio s,torico deltl'arte debba conielntarsi di alcUIDe cOIIlsta.tazi001i generiche, più o meno sempre le ,stesse, infiorate di più o me.no buona letteratura, la fatica degli «attribuzionisti>>, a cosi ch iamarl i, è oertamente sprecata. Com'è spTecata per que1Jli cui la scarsa -sensibilità impedisce di scorgere il riflesso di certe induzioni formali, am.che d'imp,ortanza limitata, sull'idea che noi fa;cciamo di questo o quell'artista.. Ma attribuire o togliere un'opera ad Thil dato artista, siglil•i:fica spostare tutto urn sistema di elementi; ritoccare, talvolta sovvertire, i linea.menti di urn intiero gruppo di· rpersOIIlaJ.ità rd',arte. Inne.grubileche, ciò facendo, sia facile commettere errrori. Altretlian.to- innega,)Jile IIlOIIl possa esimer-si dalla ,respOIIlsa– bilità del tentativo, chi IIloni111tenda restare sempère •alle solite geine– raùità. La :t:ebb 7~ ~eill~ attribuz~oni ebbe ~ora deoorso ill1 due aspetti, due fasi p-1:,llilcipaJ.1. Utna pirJIDafase più ri8ell1tita. Una •seconda fase più so'btile, tenace e smuosa. Dapprima, le opere nuovamente iden- BìbliotecaGino Bianco

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