Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

Sulla critica e la tecnica dell'arte 289 di,o. Per Ullla quantità di cause, nei riguaird'i delle opere letterarie (rp0irlo della illostra letteratuTa), i problemi di attribuziOille erano meri.o gravi e lllumerosi, che nei riguardi delle arti plastiche. For– tunatamente è impossibile dubitare dell'autenticità di un gruppo di sonetti 1 del Petrarca, o di una « giortnata )) del Decamerone ; men - tre durano le controversie, per esempio, illltoooo ad Uillciclo d'affre– schi tradizionalmente attribuiti a Giotto. Tali oondiziooi ebbero per coinseguenza che, dorpo il Oavalcasellle, il lavoro ,sostanziale, nella storia dell'a.rte, si svolse 1I1el campo delle attribuzioilli, fu un !lavoro analitico e fi1oloigioo.Amche i critici, come il Berooson, che per 1a vivadtà del senso estetico e 1'a ricchezza dell'esperienze sarebbero stati ,più indicati a fornire una sintesi: anch'essi si 001I1tentarono di aibbozzare, raipidamente quanto genial– mente, la sintesi; e subito tornarono ad applioairsi all'oscuro, pa– ziente, mortificam.te lavoro d'irndagine, alla filo11ogia. Altri, davam.o un col po al cerchio e uno alla botte. Si barcamenavaino fm l'alta estetica e l'erudizione, cucivano lo squarcio poetico al d'ocummto e allla tricromia. ,Ma, a, meglio chiarire le collldizioini della storia della nostra arte, soffermiamoci Uill momento sopra gli esempi del Toesca e dell' Offiner. Tutti aùl1illirano nel Toesca la profondità e miinu~fosità della 1pre– p amzione, la posatezza del gusto, 1a cautela del metodlo, ~a cura d 'esprimer.si sobriamente: un esempio, in somma, di a,cutezza e p robità mte llettuale, cui non manca l'OIIIlaggio ainohe dei più sofi– stici giudici e conoorrenti d'oltre oceam.o e d'oltra1pe. Allo stesso temrpo, non si nasoonde !l'impressione che il Toesca, filllo aid oiggi, sia più capace a coordilllare e mettere in fuoco gli elementi di qualche arduo ,problema, come quello delle origini italiane dalla tradizione romam.ica e bizantina,, o i,l problema della formaziooe di Giotto, che a proporre di taJli problemi una ra,gio1nepersonale. Si direbbe che il gusto e la dottrina del Toesca soff,rano di ulll eccesso di pr,udenza ; il quaJ.e dipende solta.nto dalla consapevolezza di quamto sioo com– plesse le questioni affrontate, e di quanto (mi riferisco sempre al periodo da.Ile origini al '.Dreoonto) ancora resti da esplorare. O vediamo tl'Offner, specialmente studioso del T,recento fioren– tilllo ; e studioso in ugual modo dotato di erud'iziooe, qualità di cooo– scitore e senso formale. Ma oggi si legge il sommario d'un Corpus della pittura fiorentillla, che l'Ofrner dovrà darci illl ill0n so quanti vol'lllilli, e oon quante illustrazioni, e per fil costo di non so quam.te migliaia di lire. Sembrerebbe che cause misteriose avessero indotto questo scrittore a fare un passo, troppi passi addietro; a giudicare dai <'Olllcettie dalle classificazioni cui egli accenna in tale sommario : classifica,zioni nello stile, decaduto, della critica descrittiva, che distingueva i pittori in drammatici, narratori, e cosiffatti; quasi che arrivato al pUillto di investire in concetti stilistici e storici la 19. - Pègaso. BibliòtecaGino Bianco

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