Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

286 A.. Lorùi tano doveva parer urnammasso di vecchie pietre, un comignolo diro_c– cato, e se 1I1e disperò come un meschino tradito da un cattivo mago. Il rumore di una- :finestra- aperta lo sorprese e gli fece volgere lo sguardo alla facciata. _ Era a pparsa ne ll'illlquadratura nllla donna tutta ,nuda. Pareva venuta al davarn.za- le per respirare l'ari;1 nuova lasciata dalla pioggia. Intorrn,o a lei un fu mo cal<Io usciva per la :finestra. La donna aveva il viso sereno e si asciugava il petto co111 gesto distratto e leggero, perduta a guardar la campagna. Sparì per un poco, tornò con u111 pettine bianco tra i capelli neri, e il gesto di ravviarli all'indietro gonfiava la sua nudità rigogliosa. Il muratore tratteneva il fiato e abbassava le palpebre sugli oc– chi per tema che il suo sguardo assetato e pesante potesse esser serntito; la donllla si mirava in U1npiccolo specchio, poi lo depollleva sul davainzale per an111odare i capelli. Lo spostarsi di una 111ube fece se-oppiare in cielo un lago infocato di sole. Parve al muratore che la donna incantata non potesse più muoversi di li, premio al suo male e alla sua paziernza. Conternto sorrise, e il sole gli ootrò in bocca più leti:ficante dell'ossigeno; poi sentendo la propria guancia illuminata 0ome uno specchio che poteva rivelarlo abbassò il volto a lllasconderlo tra- le braccia. Con lo sguardo vagò giù oltre la ghiaia del piazzale e le casse verdi dei limoni. Piantato .sull'erba del prato, immobile come un albermo coperto di ceinci grigi, stava suo figlio e gùardava fa donna Illuda. Del capo ipocritamente tenuto basso si vedevano puntati in su gli occhi bianchi. Allora il muratore provò ira e rancore. La sua mano accennò al raigazzo che nolll lo vedeva: - Va' via, va' via! - poi gli occhi tornarono inquieti alla donna. Ella aveva lo sguardo tanto più alto da IIlOIIl aeùorgersi dell'ombra nuova sul prato, ,ma il muratore non poteva più goderla come prima per la vergogna illltimissima di -spartir lo spettacolo colllsuo figlio. Si scoprì a invidiarlo per quella ricchissima visione d!onata a,i sogrni d'adolescenza~ mentre per lui la nudità della dornn:aera già priva d'ogni miracolo rubatogli dal ragazzo. La sorpresa- aveva poi un'altra tristezza nel sentimento che il ragazzo era colpevole di qualcosa per cui inon lo poteva punire e tuttavfa prevedeva la brutalità con la quale l'avrebbe buttato tra le braccia dlella madre coociosa e il :rimprovero nella domanda di lei : - Cos'ha fatto ? - Preferì distogliere lo sguard!o e posarlo altrove in Ulll pu111to qualunque del pareo. Vide nel lago i cigrni avanzar con gl'indugi di un coro che si dispone a cantare, e nel suo chiuso il puledro giaeer stanco e greve sull'erba-, ma queste immagillli ID.On lo riposavano dalla voglia di spiare an0ora suo figlio. Era sempre ritto sull'erba oscura, piccolo e informe bianco di gesso qua e là come dentro una scorza variegata. La donna vol– gendo attorno il suo sguardo felice poteva incontrarlo. Ma ella, pur BibJiotecaGino Bianèo

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