Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

Bello e Brutto di Ugo Ojetti bire 12 ==--- << Perchè l' Ojetti crede all'arte. Se non ci credesse. o c1 credesse cosi così, al modo apatico che tanti costumano a1 giorni nostri, non si prenderebbe tanti fastidi. L'arte gli è un assoluto che vale ormai come canone nella sua concezione dello spirito umano; è l'unico segno che rimanga delle civiltà pel– legrine su la terra e . de1.la spirituale perfezione degli uomini. Egli la riconosce religiosamente nell'esaltazione che gli viene dalle opere dei grandi artisti, largitori di gioia e d'illuminati pensieri : e quando può avere dinanzi a sé una di quelle ma– schie figure dell'arte nostra, Jacopo della Quercia, Masaccio, Signorelli, Michelangelo, piene di potenza e di destino, adun– que di nativo mistero, si direbbe che la sua prosa, trasalendo dal tono usato, acquisti ad un tempo il ritmo del canto inneg– giante e la sonorità del puro e compatto metallo, per volontà di effigiarle in maestà di spazi storici e con solidità di creature scultorie >>. Il Piccolo. FRATELLI EDITORI MILANO ROMA BibliotecaGìno Branco

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