Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

G. DUHAMEL; Scènes de la vie future 383 che venne subito racc9lto nel catino, con. in mano il quale uno degli inseguitori s'era mosso, preoccupato della perdita di tanti sanguinacd che la fuga inaspettata avrebbe provocato. Or forse quel giorno mi av– venne di desiderare ed augurare che in qualche luogo prossimo al villag– gio fosse installato un macello igienico e, sopratutto, chiuso, a visitare il quale avessero a recarsi soltanto i v'iaggiatòri in cerca di dispiaceri come il nostro Duhamel. ' Il quale è un'anima candida, e come tale è conosciuto e, ritengo, con giustizia; ma Dio ci guardi dalle anime candide quando si mettono a fare malignità: ci si metton con tanto impegno, che ne dicon troppe, ., così vistose; che le si conoscon lontano un miglio, come frittelle fatte apposta sopra un vestito nuovo. La prima osservazione che sorge spontanea al lettore è questa: ne– gli Stati Uniti Duhamel trova tutto brutto e che tutto va male. Nem– meno le gambe delle Americane trovan grazia appo lui: - son fatte a serie! - Ora un libro che dice che in un paese tutto va male equivale ai lib:l'i che dicono che in quel paese tutto va bene. Sono i sistemi della «propaganda» a rovescio. Abbiamo conosciuto dei rispettabili signori · giurare che nel loro paese c'era sempre sole, eterno bel tempo, mai una goccia di pioggia disturbava quell'Eùen; e gli abitanti eran tutta brava gente, galantuomini da vfverci la notte coll'uscio di casa rabbattuto ; e le ragazze tutte sane e onorate. Qual'era l'effetto? Che andando in quel paese ci si muniva di un Burberry a doppio petto, di una tasca interna di sicurezza per il portafoglio e di oggetti di toletta preventiva. Fra tanti libri che sono esciti, e continuano ad escire in Francia, - studii di professore, come quello <lel Siegfried; esperienze di fabbrica, come quello del Dubreuil; prove e discussioni di vita operaia, come quello del democristiano Philip; guide di Nuova York, vetrina degli Stati Uniti, come quello del Morand; rapporti fatti a spese delle ditte cine– matografi.che, come quello dell' Achard, - questo del Duhamel occupa il posto, che finora mancava, <lellibello. Ne ha tutte le caratteristiche, cioè il tono ironico e sprezzante, la. negazione sistematica, l'esagerazione dei termini, la scelta maliziosa de– gli esempi e delle esperienze, i personaggi inventati, che debbon fornire l'occasione alle botte, agli scherzi, alle contrapposizioni, alle toccatine, ai ridicoli. All'opposto di quello di Montaigne, se l'autore non fos'3e Duhamel, cioè la buona fede in persona, questo libro dovrebbe comin– ciare colle parole: - Cecy n'est pas un livre de bonne foy.: .. - Ma la malafede ha qui un connotato della buona fede, cioè l'inabilità ; e il tendenzioso rimane troppo allo scoperto per essere veramente efficace. Perciò stare a discuterlo, punto per punto, non vale la pena; se-· guirlo nel suo viaggio immaginario, non si può. Non diremo che non valga la pena di leggerlo. Non c'è nulla da imparare, anche perché fra l'altro, molte pagine del Duhamel sono fondate su luoghi comuni della. critica che si suol fare, da anni, ai costumi americani; e non c'è nem– meno il contrappeso della conoscenza dei rimedi pratici che l'ipocrisia. anglosassone vi ha portato. Certamente : in un. albergo americano non si può ricevere nella propria camera da letto una signora, se la signora. non sia la moglie; ma nulla vieta, per esempio, che la si riceva nel sa- BibliotecaGino Bianco

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