Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

La,udato si', mi' Signore, per .... Laudato sie, mi' signore, cun tucte le tue creature: Spetialmente [per] messor lo frate sole: lo quale iorna : et allumini noi per loi. Et ellu è bellu e radiante cun grande splendore. 10 De te, -Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ai create clarite e pretiose e _belle. Laudato si', mi' signore, per frate vento e per aere e nubilo e sereno et onne tempo 15 per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si', mi' signore, per sor aqua: ; la quale è multo utile e U11Dile pretiosa e casta. Laudato si', mi' signore, per frate focu: per lo quale ennallumini la nocte : 20 ed ello è bello e iocundo e robustoso e ·forte. Laudato si', mi' signore, per sora nostra matre terra: la quale ne sustenta e governa e produce diversi fructi con coloriti fiori et herba. Laudato si', mi' signore, 25 per quelli che perdonano per lo tuo amore e sostengo infirmitate e tribwatione. Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si', mi' signore, per sora nostra morte corporale, 30 da la quale nwlu hom vivente po skappare. Guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali! Beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda nol farrà male ! Laudate e benedicete [lu) mi' signore e rengratiate 35 e serviteli cun. grande humiHtate. 171 La corona di lasse comÌJll.cianti col medesimo laudato si', mi' si– gnore, per è chiusa tra due versi ove risuona, appena lievemente variata, la stessa nota: « laudato sie, mi' signore, cun >> e « laudate e benedieete lu mi' signore)). Essa costituisce senza alcun dubbio un unico insieme. C'è, è vero, una breve pausa: la sfilata delle «crea– ture>> si arresta un momento, per lasciare sc-orgere sopra il creato come una visione di cielo (« Beati quelli ecc.»), ma il ritorno al tema interrotto è subito segnato dal ritorno delle solite parole immutate. È opinione corre1I1teche il per della formola così insistentemente: ripetuta, - sette volte in così breve poesia, - abbia il significato che ha oggi : che cioè il Santo ilodi Idd'io per le cose da lui create e lo ringrazi per la loro utilità e la loro bellezza. Sono quasi ulilanimi al riguardo gli storici della nostra letteratura, da-1Gaspary al Mazzoni, al Rossi, al Galletti. È quella la spiegazione che il primo racco– glitore degli scritti del Santo, il framcescano Wadding, ha come imposta alle storie ufficiali deil suo ordine. Così interpretarono gli Biblioteca Gino Bianco

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