Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

Lettera a Umberto Fracchia suUa critica 211 leggere in ogni buon manuale di critica (ma in It-alia ce n'è?): che cioè soltanto la critica degli scrittori morti è ·possibile, peréhé essa sola può essere totale, libera e sincera, può aver presente tutti i documenti e le confessioni, le lettere e gli aneddoti, .gli abbozzi e i pentimenti, può in– somma partirsi dalla conoscenza dell'uomo, di tutto l'uomo, per arrivare al giudizio sull'opera d'arte. È questo, rispetto alla critica che noi si tenta di fare a proposito. dei viventi suUe riviste e sui giornali, il van– taggio d.ella critica universitaria e accademica la quale riguarda quasi . sempre i morti, e spesso i morti da molti secoli. E anche per questo gli autori vivi dovrebbero esserci indulgenti. Essi scrivono i loro libri in piena libertà, ~ i lacci, se mai, se li scelgono per convenienza; noi, dei loro libri, si tratta con le mani legate. In conclusione, di torti ne abbiamo; ma di colpe, nessuna. E credo, amico mio, che nonostante le divergenze nei giudizi, le reticenze fatali e la cautela che forse mèttiamo nell'indicare le bellezze d'mì'opera ma che certo mettiamo anche nell'indicarne i difetti, il comandamento del vec– chio Sainte-Beuve resta anc6ra la legge dei più fra noi. Vogliamo rileg– gerlo insieme? « Ayez d<jla aonscience et du sérieux en tout. Maintenez votre indépendance et votre humble dignité. Si vous ne dites pas tout _ie vrai, n'écrivez jamais le faux. Ne vous croyez arrivé. A l'age <Jù d'autres se reposent, recommencez comrne un débutant. » Con affetto, UGO OJEJTTI. . BibliotecnGino Bianéo

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