Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

OONAN DOYLE E LA FORTUNA DEL ROMANZO POLIZIESOO. I. Sir Arthur Conali Doyle è morto quando già la più singolare figura creata dalla sua arte di romanziere, quella del poliziotto dilettante Sherlock Holmes, era da tempo, se non obliata, oltrepassata e non gli procurava che rammarichi e querele. Un tentativo di resuscitarla con un ultimo volume di novelle, The last Case Boole of Sherloolc Holmes, gli era quasi del tutto fallito, or non è molto, ed aveva accresciuto la sua amar rezza di veder fatalmente immedesimati il suo nome e la sua fama con quelli d'un eroe che aveva avuta la vita da lui, ma gli aveva data una gloria diversa da quella che egli aveva agognata o, ad ogni modo, minore di quella che egli credeva gli competesse come storico e pensatore di problemi spirituali. Lontano ormai dal suo autore, il det_eotive, attac– cato alle calcagna pericolose di tanti colpevoli, s'era aggrappato a Sir Arthur colla forza d'una popola-rità prepotente e prCiverbiale, ne era diventato il persecutore implacabile, il sosia inevitabile: lontano, ma, allo stesso tempo, caparbiamente impersonato in lui agli oochi incorreg– gibili del mondo, anche quando le sue investigazioni avevanp abbando– nato questa terra per l'oltre tomba. V'era stato tuttavia un tempo in cui Conan Doyle s'era compiaciuto e gloriato di Slierlock Holmes, il tempo in cui il novissimo detective· di– lettante era stato riconosciuto degno di occupare il posto lascfo.to va– cante dai Dupin e d&i Lecocq ed egli aveva potuto vantarsi di aver r in– novato e rimesso in voga un genere letterario e di averlo, anzi, imposto ad una classe di lettori scelta più in alto di quella dei portinai e delle . cameriere. Al vecchio poliziotto del « romanzo nero», succeduto agli eroi del Poe o del Gaboriau, Conan Doyle aveva dato una personalità più dignitosa -e contenuta, una severità scientifica composta d'una logica serrata, d'un'intuizione fulminea, d'una potenzà d'osservazione prodi– giosa, d'una dottrina stupefacente. In Sherlock Holmes, Dupin e Lecocq tornavano in onore, ammodernati e dotati di facoltà. e di trovate degne della scienza e della psicologia moderna, a scioglier, con mezzi nuovi problemi ben altrimenti intricati di quelli che essi avevano risolto. No~ solo, ma Sherlock Holmés mago solitario, eppure dispotico, poteva com- BibliotecaGino Bianco

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