Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

68 B. Tecchi alle sogliole schiacdate e tra.sparenti come foglie, ai nero-ar.gentati cala,maretti - che mise il giovanotto di buon umore. - Oome',sarehbe bello, - disse fra sé, - prender moglie qui, - e si rfoordò allora di un tale delle sue parti, uomo già anziano e dainaroso ma rimasto per le sue stranezze celibe, che, qurundo run– dava iITT giro per le fiere vicine, faceva al trattore o al ,bottegaio del luogo eon la .maggiore serietà del mondo, come 1 se si trattasse di domandare buoi o vacche da comprare, .questa domainda : - Ci sono ragazze d'a rmarito in questo paese'? · La stessa domanda fece lui al padrollle del caffè, sulla piazza. Il quale la ·prese in allegria, e profittamdo subito dell'occasione, - tutte quelle ragaz,ze ohe, v1ste attraverso i vetri del caffè, ,si avviavano svelte e oolorite dall'aria frizza.nte del mattino, a prender pesce, - ,,gli fece la pr,esentazjone di mezzo paese. Erano quelle ragazze quwsi tutte di eollldizione servile, ma il caffettiere, per deferenza verso il forestiero, pa·ssaiva colll sveltezza dalle serve a parlare delle pa– dròllle, e cioè alle famiglie più ricche, non dimenticando anche per queste qualcJiJ.ecommento salace o informazione ,preziosa. Quando fu al nome degli Agrimonti e il giovanotto fooe l'atto di tirar fuori dalla tasca una lettera: -- Ah, li conosce? - disse, e p~fohé la dsposta fu: - Non a,nc6ra, vorrei sape<redove abitam.o, - il caffet– tiere fece questa presentazione: - Per sapere dove abitamo i signori A!grimonti. ... non ,q'è da sbagliar•si. Lei vede il palaz,1,0 più grosso della città, che ha le finestre più grrundi, la porta più grossa, quella è la casa degli Agrimonti. Se lei, quando tra poco passano in piazza i carri delle castagne, va dietro al carro più alto, che ha i buoi più grossi e massicci, con ruote alte così, come ,quelle del carro del giudizio univer,sale ... , lei arriva di sicuro Ìlll casa Agrimonti. Disse questo con Uinacerta aria, maliziosa e scintillante, dli cui il Oapobiondi non capì il senso se lllon quando fu in mezzo alla famiiglia Agrimonti, a presentazioni fatte. / Il campanello che il giovane Oapobiondi, :_ era in quegli anni molto giovine e ainc6ra studente, - tirò all'ingresso del palazzo Agrimonti, non si sentì dove andava a finire. Attaiccato con un esile cordino a un gram. portone di pietra grigia, sotto 1.lJll palazzo a metà diroccato o piuttosto non mai finito e invece saldissimo e prepo– tente nell'altra metà, s'imma,gim.ava facilmente che ,quell'esile crum– pam.ellosi sarebbe s,pento come lNl soffio etntro corridoi oscuri, prima ·di arrivare a destinazione. Il giovane aspettò un ,momento, poi si d~cise a soostare, aiutandosi con una ,spalla, il ,massiccio portone e -s~ tro':ò in una corte ~mpia come Uilla piazza, con un gram. car'ro d1 buoi nel mezzo. Buoi, carro e tutta la corte pareva sonnecchias– sero, non c'era un'anima viva. A silllistra, nell'illlterno della corte doveva esserci la scala prilllcipale. Ma 1110n era una scala òoi gradini ; era piuttosto una serie di terrapieni ,salienti, oon una oo~do111ata ' . BibliotecaGino Bianco

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