Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

.. 56 P. Operti - JUflessi senza accorger,si della loro preseinza. Giulllg'€lo zio colll Ulllalunga canna e la• fa scorrere sotto il divano. Vengono fuori due legnetti delle costruzioni 1 molti batuffoli oii polvere, un coJJerchio di latta, un rocchetto; dopo Ulllpo' viene fuori ullla cosa oblunga, lllera d'i polvere, iillvescata in quei batuffoli im– morndi. Lo zio la mette nell'acqua, e insieme col bimbo .si curva a spiare il pesciolino ammaccato e inerte che galleggia sopra Ulll fianco, mentre la polvere si stacca lentamente. - Rinviene? ... Rinviene? ... - interroga Italo aggrap,pamdosi co:n gli occhi allo zio. - Forse ci vorrà più t~po .... - e volendo risparmiare al pic– cilllo quella pooa lo zio soggiunge: - Rimettiamolo al ,suo posto, verremo a vedere più tardi. - Ma Italo gli trattieine il braccio. - Senti; li non rinviene perché c'è troppo poca acqua. Se lo mettessimo nella Stura? L'acqua della Stura è viva, e ce lll'è tainta ! - Ma, a metterlo nella Stura, anche se rinviene, tu lo perdi lo stesso, - os,serva lo zio fissamdolo. - Non importa, ,non importa!, purché ritorni vivo ! - Allora andiamo. Lo zio prende il vaso e si avvia; Italo lo precede sul sentiero e ogni due passi si volta a ,guardare il pesciolino che oscilla nel– l'acqua, e riprende il suo oro. Si fermano nel mezzo del ponticello di legno: il fragore delle acque è così alto che quella strana se– poltura sembra divenuta una cosa meno importamte. Il bimbo si aggrappa al parapetto, e illell'attimo in cui lo zio volta il vaso grida: - Addio pesciomo d'oro! Ritornsl> vivo! Un balenìo nell'aria, un'ombra subito travolta nella corrente. - Zio ! Zio! è ritornato vivo ! L'ho visto muoversi ! Ma lo zio nolll mente, llleppure per pietà. Italo comprende e tace; giunto sul cancello domanda: - Adesso va nel mare ? - Sì, la Stura lo porta nel Po, e il Po, dopo un lulllgo viaggio, lo porta lllel mare. - Dimmi, amche se è morto, non è oontento di ritornare nel mare? - Di questo, sì, è contento. Italo ha quattro amni, e presto riprende i suoi giochi ; ma duramte il pranzo lo zio sorprende una sua occhiata che cerca sulla parete il riflesso che, a ogini guizzo del pesciolino, faceva quei gesti strami; e durante tutto il giorno, al di là dei giocattoli, al di là del giardilllo, delle piante, e di tutte le cose che si vedolllo il bambino avverte t~lllapresenza muta e fredda; e, dentro sé, oltre le parole che dice o che ascolta, oltre il riso e i capricci, oltre le impressioni e i pen– sieri, rimane U1no stupore nuovo. PrnRo OPElRTL BibliotecaGino Bianco ·

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