Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

48 A. Vedrani I di circostru1w, grave di coanplicainze, finito nei particolari, saldo nelle CO'Illilessioni,bene organizzaito insomma di foori, ma dentro scar,go di criterio e 'vuoto dli sostrunza, bisog1I1erebbeconoscerlo nella sua ililterezza di doclllIIlento umano tal quale è appa1iso nell'ultimo fascic•olo del Giornale di psichiatria clinica di Ferrara : ma lo si può anche stri1ngere :im. pooo, ché si tratta in fondo di un veni vidi vici 1 subito seguito da oo rovescio di fortuna. Mezzo fidanzato di una fig,].iadella cuistode o sagrestan3, (dialet– talmente, della campanara) della chiesa di Pomposa, questo gio– vame, con modo insinuante, aveva avuto, - egli raioco1I1ta, - dalla suocera futura la rivelazione del1la esistenza real-e ,di UIIltesoro IIla– soosto nel sottosuolo i1I1c-avato del tffillpio : e ,saputa la via di acce– dervi sollevando una lapidle di ·marmo, che dovev•a essere IIlella se– conda navaita di destra. Col favore delle donne, di 1I1otte,sceso per la scaJetta scoperchiata de1l ,sotterraineo ; inoltratosi carponi per cfoca venti metri; messa la mano, a caso scivolando, sopra u1I1a porticina di ferro ; fattJane saltare la serratura coo una leva .... gran dio dell'oro, che magnifica visio1I1e la fida, laimpad'ina 'elettric•a gli aveva illumililato ! Il sogmo eterno delll'umanità impenitente era là, davanti a' ,suoi occhi, reale, in masse metalliche compatte. « Egli, sune prime, vedeva una cavità in muratura ripiena di masse me– talliche di aspetto oscuro, di forma prismatica, lunghe cirea una ventina di centim<itri, ed assai pesanti. Asportate le prime, altre se llle scorgevnno più sotto di ,a,spetto lucente; e, nel r1muoverlle, si peroepirn un trntinnìo metallioo come dì monete cadenti, ed in– fatti ne poteva prendere una manciata ed osservarle: tutto era oro schietto, oosì le verghe oome le monete)). Di tutto egli prende quainto n'erlit capace un sacco, che aveva seco, e quanto potev•ano portare le sue spalle: una quara1I1tina di chilograimmi.. .. E risale, aspettato, in chiesa, dove gli par di ve– dere « s,parsa nllliformemente una specie <li nebbia azzurrognola, data dai gas mefitici sprigionatisi dal sotterraneo)). Il prezioso sacoo, subito sepolrto per lllisura di sicurezza in un amgolo del palazzo della Ragione, fu nelle ore suooessive d'isse– polto daUa campanara per sospcito e tolito in caisa : ,se nòn che l'arciprete, sopraggiooto mentre Ile do1I1nescrutavamo il contenuto, ,senz'altro ne avocava a sé il possesso. Né alle sù.bite e postume p1·oteste frementi deUo scopritore, l'usurpatore ha mai data sod– disfazione, se non di caute promesse, o altra compensazione che d'un paio di scarpe gialle comperate alla Mesola. Peggio anche, Ìln capo a Ullla,settimarna egli aveva fatta scomparire dal pavimento della Chiesa la lapide d'i acoesso aJl sotterrameo, e sostituitala con Ulllsaldo lavoro in anuraitum. Ohe cuore fu quello dello scopritore quando, ~on l'intendimento di asportare il resto del vello d'oro, tornato d1 notte coo due compagllli che egli aveva mobilitati. oo- BibliotecaGino Bianco

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