Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

B. BARBADORo, Le finanze della repubblica.fiorentina 111 alla prjma forma di tassazione (il focatico), che risente ancora dei si temi tributari feudali e sta a rappresentare il segno tangibile dell'affermarsi dell'autonomia del Comune in quanto questo viene a sostituirsi ai diritti dell'impero, si passa alla forma più evoluta del– l'estimo pasato sulla valutazione globale della capacità contributiva del cittadino. Il Comune dà già una prova di maturità finanziaria. Ma sul sistema dell'imposta diretta come cespite principale di entrata reagisce l'interesse della classe dominante, la quale, essendo deten– trice della ricche;iza, tende a riversare i pesi fiscali sulla massa della p9polazione con le imposte sul consumo. E allora incomincia la prima forma di debito pubblico : i prestiti, cioè anticipazioni che il ceto ab– :biente fa per i bisogni dell'erario, assicurandosene il rimborso sul pro– vento delle gabelle. Ne derivano fatti di singolare valore politico. In certi momenti si .giunge a ripudiare l'estimo in' città (così nel 1315), ma esso riappare tutte le volte che il Comune cade sotto una signoria forestiera- (duca di Calabria e duca d'Atene). Il regime signo– rile, sovrastando agli interessi delle classi sociali, può seguire un prin– cipio di giustizia distributiva e migliorare anche il sistema dell'impo– sta diretta, fino a raggiungere quasi quella perfezione che si ebbe più tardi col Catasto, istituito nel 1427, al tramonto dell'oligarchia e agli albori del Principato mediceo. Ma non soltanto il variare delle forme di governo e il predominio dell'una o dell'altra ·classe sociale influiscono sulla politica finanziaria. La tendenza all'espansione territoriale che, fin dalle origini del regime comunale, è un bisogno insopprimibile economico e politico, in quanto il crescer della ricchezza ed il -suo investimento nelle industrie e nei commerci crea l'esigenza di nuovi mercati e di libertà di transito, quella tendenza, dico, agisce pur essa sulla finanza costringendo il Co– mune a cercare altri e più r!;ldditizi cespiti di entrata. Cosi il formarsi del debito pubblico sotto forma di prestanze venne a coincidere con le guerre di conquista e furono queste ad accrescerlo Lentamente fino a renderne impossibile l'ammortamento, non bastando più al bisogno la pressione fiscale dell'imposta indiretta. E pure in questo particolare del debito pubblico è esempio significativo delle interferenze tra finanza e politica il fatto che grande sovv:entrice del Comune dopo la definitiva vittoria dei Guelfi è la Parte guelfa, che il suo tesoro aveva costituito con le confische delle ricchezze dei vinti. Il problema delle prestanze, se anche apparentemente più sem– plice, in quanto non richiedeva come quello dell'imposta un complesso studio di tecnica finanziaria, presentava peraltro un diverso ordine di difficoltà. Bisognava dimostrare per quali cause e sotto quali impulsi dalle prestanze venne delineandosi il concetto del debito pubblico con– solia.ato, che Firenze attuò come risultato di una esperienza maturata lentamente. Le vicende dei prestiti nella prima metà del secolo XIV, che cor– risponde al periodo di maggiore attività bellica, sono complicatissime ed è veramente degna di encomio la cura che ha _posto il Barbadoro nel districarne le fila, attraverso un'analisi minutissima. È un intrec– ciarsi di espedienti giornalieri suggeriti dalle circostanze, un susse- BibliotecaGino Bianco -

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