Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

88 G. Posqiillli fessori ci rimproverano di essere incolti, di non adoprare il tempo che ci avanza per certe letture; ma quanto tem~o ci ava~za? ».. Quegl'Ita: liani della mia generazione (io ho quarantacmqu'anm) che s1 sono dati alle cose dello spirito, ricorderanno di essersi formati proprio durante D'li anni del liceo, Sf;l non già del ginnasio superiore, grazie alle letture :mpie e libere. Io ho imparato durante quegli anni lingue moderne, e non io solo; giorni sono un altro Romano di quei tempi, non filologo ma scultore, Antonio Maraini, mi narrava degli studi d' inglese com– piuti per conto proprio durante il liceo. Io ho letto allora tutto Omero e molta tragedia, molto Platone sull' originale, ma anche sull'origi– nale Shak<>speare, che mi fa ora per la lingua più difficoltà di al– lora, e Heine e Schiller, che ora non mi piace più come allora, e il Parini e il Foscolo e tutto l'Orlando. E la maggior parte delle letture, anche di quelle classiche o straniere, le ho fatte in comune con uno che è poi finito controllore delle dogane in Cina. Divenivano già allora in licei cli Roma, grazie alla lettura, uomini colti Lionello Venturi, mio compagno già dal liceo, e gli orientalisti Levi della Vida e Michelan– gelo Guidi, ma anche tali che sono poi divenuti medici insigni, avvo– cati di grido, alti impiegati dei ministeri. Io temo che ora questo, al– meno nelle grandi città, non sia più possibile: la scuola richiede per sé tutto o quasi tutto il ragazzo; il tempo che rimane libero, se ne va nello sport, che ancora, nonostante consigli autorevoli dall'alto, è molto più atletismo, agonistica, che libero giuoco o ginnastica seria e disci– plinata. Comprendo quel che mi si obietterà : la maggior parte dei ragazzi, se avesse più tempo libero, lo sprecherebbe nell'ozio o in frivolezze. Sia pure: io non mi spavento; la vita è, come la scienza, una grande dis– sipatrice. Come infiniti studiosi consumano invano la vita intorno a un'indagine, finché uno la risolve d'improvviso con un solo esperimento • riuscito, e allora si vede chiaro che le :ricerche di tutti gli altri non potevano approdare a nulla, perché erano male impostate, cosi è ne– cessario cli.e moltissimi giovani di quelli che percorrono· 1e scuole, non riescano a nulla di buono, che molti vadano perduti, perché qualcuno emerga. Si è ripetuto in questi ultimi anni mille volte che l'evoluzione sociale moderna tende alla formazione di élites : questo processo na- - turale è necessario cominci già presto, già dalla pubertà, ed è vano volerlo arginare o rimandare a età più tarda. Il liceo classico non è, non dev'essere scuola di masse; esso :r;ion è fatto per il gregge, Ma tra la servitus poenae e la Fbertà piena c'è per i minorenni, oi-mai, credo, anche nel nostro diritto penale, un istituto intermedio la libertà sorvegliata, del quale non è equo che profittino solo i discoÌi o i delinquenti precoci. Si esiga che il giovane legga molto d'italiano, molto di lingue classiche, molto di francese, molto di altre ]etterature straniere almeno in traduzione o, se n'è capace, sugli originali (spesso n~ sar~n~o c~paci scolari di città grande, dove frequentano i licei figli ~1 f~m1ghe ~1cc_hee di condizione alta, dove la cultura si respira con 1 aria) ; e gh s1 chieda conto di queste letture durante l'anno e alla fi::ie de:l,'anno, agli esami. Si imponga al giovane di portare in principio d1 ogm corso un programma, che dovrà essere approvato dai professori Biblioteca ~noBianco

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