Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

PARADOSSI DIDATTIOI. I. ~ ELOGIO DELL'OZIO SCOLASTICO. Ai nastri giorni t maestri di scuole medie, quanto più valgono, tanto più amano farsi sentire dai ragazzi, caricandoli. Dovunque si vada, si sentono mamme lamentarsi che i loro tiglioli, e sono ragazzi di undici ci dodici anni, noq finiscano mai i loro compiti prima delle undici di sera, e si levino poi la mattina per andare a scuola più stanchi di come erano andati a letto. Cattiva abitudine di incominciare il lavoro troppo tardi, favorita inconscia,mente da famiglie avvezze alla serotinità della vita moderna ? lentezza mentale ? mancanza di concentrazione di ragazzi che stanno ore e ore a tavolino, perché sono costretti, ma si annoiano e quindi gingillano ? I lamenti sono troppo generali, almeno nelle città grandi, proprio là dove le scuole sono migliori, perché queste ragioni siano le uniche. Io, quando facevo il ginnasio, trovavo modo di sbrigare compiti e lezioni in una o due ore, ed ero sempre a letto alle nove di sera, dopo essere stato a passeggio e aver trovato tempo di leggere in– téri volumi dell'amato Verne o del suo (p~ggioreJ succedaneo italiano. Guai se fosse stato altrimenti, perch'io fin d'allora minacciavo di di– ventare nervoso, cioè ero. Ero nervoso, ma di essere stato s,traordina– riamente sveglio e precoce non mi sono mai accorto ; eppure da allora i programmi scolastici non devono essere aumentati. . Questo è insomma un problema d'igiene, e qui dovrebbe interve– nire il medico (non dico il medico _scolastico, che in Italia c'è solo nelle elementari) e farsi sentire dai presidi; i quali qui da noi sono muniti da· qualche anno in qua di poteri addirittura autocratici, ma, forse perché poco avvezzi al comando, riluttano per lo più a farne uso, se non forse per cose di figura. I presidi dovrebbero almeno mettere d'accordo i professori, perché non assegnassero tutti insieme lavori da consegnarsi tutti lo stesso giorno; e nel ginnasio, dove ogni classe ha pochi inse– gnanti, questa dovrebbe essere fatica lieve. Se per lo svolgimento dei programmi sa-rà necessario fare ritornare i ragazzi del ginnasio il do– popranzo qualche oi:'a di più, si faccia pur~; ma fuori di scuola non si gravino di compiti e di lezioni. Ma a me qui interessano più i ragazzi grandi che quelli piccini : per grandi intendo i- giovani del liceo, da quindici o sedici anni in su. Qui il sovraccarico non nocerà più tanto alla salute, ma inceppa, tal– volta tronca lo sviluppo della personalità. Un licealista, benché zelante, intelligente mi diceva con certa tristezza nroprio ieri: « I nostri pro- BibliotecaGino Bianco

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