Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

584 M. Praz di un bimbo, dlalla forma di un lungo fi10111e di prune (sarà il pane degli angeli, fatto d'aria e d'iazzurro !), che, ecoo, si s_gonfia con u~ acuto sibilo e s'affloscia come un giaggiolo appassito. Perfino 1 ' . . rimorchi dei tram che sg,0111nellamo colle loro te111dme,,perfino 1 ca- schi tropicali dei vigili urbani ti sembram possedere Thll carattere tutto p,rop,rio. E quando il cameriere, per chiamare il caffettiere a mescerti nella chiochera, -schiocca un bado a fior di labbra, par d'essere a Palermo. fo questa folla i ,pazzi non fam troppo spiooo. Io mri. domamdo che c,osa succe:d~rebbe a Lord St-reet di Liverpool se a, un rtriatto si vedesse apparire questo spauracchio se111z.a età in C'a– :inicia e mutandine bianche, dal. volto abbronzatQ 1 gli oochi tePrei, e un cernee,chio giallo sporco fuor del berretto ba,sco ; o ques.ta me– gera vestit,a, di stracci che corre a mo' di ,oerti ue<:,elli,a rapidi pas,si a capo basso, per f.erma,rsi ogni tanto a scribacchiar febbrilmente su u111 pezzo di carta sporca. Ottimi modelli per un Géricaulit. Più tardi commisi l'Ìllldelicatez.m d[ parlarne in ,presenza d'un marsi– gliese, e que~ti:-,s'affrettò a dirmi che di pazzi ambulanti, a Mar– ~iglia, 1110n ci son che quei due, e che la do111na è inglese, e l'uomo è, pare, un pazzo politico: u111a spia al servizio d'u111a111azione vicina (la grrun paura che i francesi hanno dei lor,o vicini !) . Ma insomma, se nella Cannebière apparisse Montecristo in perso111a,, co111 i111dossola gromma della sua quasi secolare prigione, io 1110n me ne stupirei. A proposito di Montecristo, debbo dire che la cosa che più mi · hia colpito aJ1o Chateau dl'If 1110111 è •stato né il famoso cunicolÒ nel muro tra la oella del conte e quella dell'abate Fa,riia, e 111eancheal– èu111•a delle altre nere e malodorrunti segrete, ma pToprio il solenne divieto scritto a caratteri di scatola, che sormonta i ca,rtellini delle varie celle: Il est formellement interdit d'11, .... dans les oaahots (inutile dire che la parola, qui saltata, là si legge per intero e senza eufemismi). È sopratutto nel aoitloir des oubliettes che l'urgenza di <i,uèl dlivi-ertoappare evidoote. Torna1I1do dallo Chateau d'Jf al tramonto, Marsiglia e la sua corni,c,e ,so111 tra le più bèlle oose che hai visto, tanto si rivestono di colori delicati, fonde111ti,d'una mor– bidezza luminosa. Case oolor rosa, case color crema, persiane blu elettrico, un c 1 ampanile col pÌlllnaco1o d'un rosa estatico, ghiottis– simo, un promontorio d'argoot:o bluastro, e sul verde bruciato del colle N otre Dame de lai Garde 00me una grassa pennellata di color crema. Lontano, la cresta dlei nudi monti azzurrini; A riva, sullo zoooolo del mare turchino, ,gli sta,bilimen,ti bal111eari il Bain dès Ca- . ' talans color rosso mattone, un altro bagno blu fiordaliso, son così .gremiti, che diresti che tutta Marsiglia, nella calda sera d'estate, corra a tuffarsi nel mare come in una purificazione oriootale. . Al c~epus0olo, sul mar,e azzurro e lattescente, un faro dardeggia 11,suo diamante come Ulll dito che faccia volger•e e lucere u111 amello. Allo stagno di Ber:ve ci son tornaito d'i matti1na alle otto per par- BibliotecaGino Bianco

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