Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

NOTE DI UN VIAGGIO DA LIVERPOOL AD AJAOOIO. Sempre, J)a:rtendo da Liverpool, mi ca,pita sotto gli occhi, per me ultimo segno della, città, ulD.campo di cricket. Le sere d'estate le figure candide dei collegiali vi compiooo coo mo,sse lente e '1:l1iste– riose d'ombre cinesi il supremo rito sportivo britamnico, i 1 l cricket; ma quando io parto è se:n;ipre di prima mattina, e il campo, imme– more dl'esser l,a, sera un parente dei sagrati delle cattedraJi, si acoolD.– ci!a a far dia neutra cornice al,1o sfo1D.do di .Sefto1D. Park, che di qui si present·a con qualche decoro. _ Oxford è stata la prima tappa del mio viaggio ver,so il mezzo– giorno. La, sera, dopo gli esami, passeggiavo con l'ami00 Foligno nel par,00 di Mag,dalen College. Addison's Walk era molto dliversa da U1D. certo giorno d'iinver1D.o, anni fa, quando la peroorsi beato di due lettere che avevo appena ricevute, l'una d'una, do1D.1D.a, l' ltra d'uno scrittore italiaino che m'invitava a <1argli del tu; è la dlon1D.a l'amavo, 1o scrittore l'avevo a,mmirato per amni: se ora avessi le due lettere i1D. mano, ID.OID. mi farebbero guardare il cielo con più :fiducia, co:me fecero in quel cristallino giorno di dicembre. Gli alberi di Addison's w,3Jlk, stavolta, eran verdi e fogliuti come sanno essere solo gli al– beri d'ulD. pa,ese piovoso, e verde e fogliuto, nella quieta sera d'ei:ìtate, si stendeva il paroo sotto il tooe:ro cielo sbarrato a pònootè <1a.dolomiti di nubi: L'amico apd co1D. la chia,ve il rustico usciolo che introduce nena -parte riservruta ai fellows; e parlavamo della vita cardinalizia dei dons, di questi monaci non tonsurati, che vi– VOID.O :Ì1n perfetta letizia tra le mura e le v•erdi ombre del 1or•6colle– gio, attendoodo all'e<1'ucazione dei giovami e ai loro ,propri favori, liberi d'ogni cura, sovente d'ogni passione più umana. Quand'ecco, tra i ,sailici d'un dei camali che dal Tamigi si rami:ficMl.o ID.elparco, distinguemmo UIIlabarca forma, e ilD.essa una coppia d'innamorati che lì, •sotto gli occhi dei patifì~i abitatori del collegio, sembrava procloonaJ.~econ muta cl-oquoozia 1a dolcez.z.;:l, di quelle umrune pa.s– ~ioni; e un'altra 0oppia scorgemmo più oltre, :Ì1n un altro anfratto ombroso dell'acque. Ché se il parco è solo •accessibile ai fellows, l'acqua è di t,utti. La luce crepuscoJare dava un'intoosità maliosa alle fro1D.dedelle piamte diversaJIDente verdi, ai fiori immobili come BibliotecaGino Bianco

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