Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

ll pessimismo di un apologista cristiano 537 Arnobio no1t1ha ancora il possesso ingenuo o meditato della fede: egli no1t1 è uno che muova dal cristianesimo; è uno che va al cristiamesimo, attratto dalla luce del miracolo. Egli ignora la dot– tri1t1:apaoli1t1a della redenzione e del peccato originale; proclama la divililità dlel Cristo, ma ignora o tralascia ogni questione dogma– tica sul-mistero trinitario: e rin1t1eg,ala credenza giudaico-cri– stiana della creazione dell'uomo per opera di Dio. Sa che apolo– .gi,sti cristiani, - UO[lli:ni. eccellenti, come li chiama (III, 1), -;-- · hamno dimostrato punto per punto la verità cristiruna; ma eviden– temente. no1t1si è curato dì 0onoscer,ne le opere, anche perché sa . che « la verità cristiana è così luminosa da non aver bisogno ·di alcuna dimo,st!l'azione >>. Co1t1tro la •Scienza risuo1t1a senza tr,egua la l'i,sata beffarda di quest'uomo vissuto nella scuola. Arnobio nega ogni valore alla ra– gio1t1eumana ed esclude che per via della indagine mentale si possa giungere alla. cognizione ,di una verità 1t1atura.Ie.I doitJtie i .sa;pientir - egili dice (II, 6-7), - gmmmrutici giurooo1t1sulti fillosofi, affer- r mano falsa la promessa cristiana : e che ne sanne ? e che sanno essi ? Essi co!llos001t10 le regole della buona lÌltlgua, son buoni ad analizzare, distinguere, definire mo1lte 00.se: ma 1t1:on per questo è loro noto ciò che è d'also e ciò che è vero : ciò che p:uò essere e· ciò che 1t101t1 può. Anzi quelli stessi che annunciano dlopo tanti studi le nuove scoperte, dentro di sé, nella intimità della p:roprià coscienza sentono che quelle verità proclamate, dimostra.te , difese con acca-. r,imento, sono soltanto labili congetture del loro pensiero, aspetti presuntuosi e VaJilidella loro ignoranza. E così contimra l'inutile flusso della cieca e superba Ìltldagine umana, senza alcun risultato mai, senza ll1Il punto di arrivo, mai : e la ÌltldagÌltledli oggi distrug-ge quella di ieri e il pensiéro dell'uno distrugge quello dell'altro e tutto è contÌltluamente sommerso dall'ondata che viene. Perché aue– sto ? Perché una oscura e Ìltlvidiosa potenza ha creato l'uomo, oosì, cieco e superbo, che niente sa e Ìltl tutto s'inganna. Niente sa delle oose universali e p.iente delle cose umane. L'uomo è un mistero im- . penetrabile per se stesso. Nulla 0onosce della sua origine, della sua essenza, della sua funzione nel mondo : perché dorma e vegli e so– pmi: e se la veglia sia parte di un sonno perpetuo e l'attività un ~ogno; perché l'anima, che si presume divina, sia compagna del corpo in ogni miseria ed imfermità. E questa impotenza e igno- 1:anza della nostra ragi0111e è cosi ,sciagurata che se pure qualche volta ci càpita di dire una verità, 1I1eppuredi questo siamo sienri~ di averla detta (II, 7). - La scienza UJIIlana è una ignoranza che nolIÌ può rassegma·rsi a, tacere: e le- nostre definizioni razionali quanto più apparisco1t10• precise tanto più sono fallaci. Lasciamo da parte il moodo, lo spa– zio, il teni-po e i granali misteri dell'universo ; lasciamo le cose lon - BibliotecaGino Bianco

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