Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

' Papini davanti a Sant' Agostino 65 l'episoopato tempestoso; lo scrittore, il predicatore, « il Martello degli eretici)); la sua solitudine; e, vecchio, coi barbari già quasi irrompeinti, la morte. · Tutto questo (che si trova diversamente sparso o neille Confes– sioni) o in Agostino altrove, o in Possidio o in altri) ci ripassa, qui, ordÌ111atamente, sotto gli ooohi, pieino di moto e di vita. Nolll dunque UlllO studio « ex professo )) sulla filosofi.a o la teologia ago– sti111iane,ma un libro semplfoe, chiaro, bein costrut-to, armonico, accogliente (e tuttavia, qua e là, ·senza parerlo, profondo o a-lato) Ì1l1 cui si racc-0111ta, con u111a 1Ì111gua sana e pulita, lucida e caJ1d'a ,e oon ThilO stile quaJSi nudo e quasi umile (e che, perciò, in Papini, parrà insolito) la -storia d'un'anima la quale, sebbene altis,sima e gramdissima, 1110n oessa, pel tributo uma111O -a111che da lei pagato alla caducità della nostra natura, d'esserci, almeno per questo verso, vicina e 1soreilla. Papini, ora, (,da quando è passato dal plenilunio dell'arte al solleone della Fede) no111 ,scrive più (a differenza degli a111imali let– terari) che per qualche nobiJ.e motivo, o di verità o di giustizia o d'elevazione morale o di s,pirituaJle bellezza o, comunque sia, di bene. Questo Sant' Agostino stesso è un'opera che non ha altro scopo che d'i111vogliare il lettore colto-ignoramte a oornoscer San– t' AgostÌ111odirettamente e ;più a fondo. Ohi ha detto che Papini è superbo? Ecco-un'lJimiltà grande e una grandezza umile: un llJime che conduce 111ello splendore d'un più alto lume. Papini che vuol diroi così: « c'è un intellletto e un cuore di genio e di santo ai qua.Ii m'è gloria d'avvicÌ111arvi; appena potrete parlar colil Lui, appena potrete ascoltarlo, intenderlo, pe– netrare nella sua :mima che vi farà toccare il fondo dei Due AbiSiSi, io tacerò, mi ritirerò) sarò pago)). Papini, che sta scrivendo l'Adamo) ( Ulll'opera uni ver.sale - la sua Città di Dio - simille a un albero simbolioo che abbia le radici nell'in.fer,no e il tronco sulla terra e la chioma neil cielo) ha, con questo Sant' Agostino) aperta. e chiusa una parentesi. È l'oma,ggio ,d'un uomo di genio a un genio santo, del quale, concludendo, così canta : « Aquila e palombaro, ci trasporta fra le oostellazio111i e ci guida nelle immensità ab1ssali. Il suo Ì111teliletto ci accompagna agli spi– ragli dei più inattingibili misteri, e il suo cuore amoroso e rovente trov,a amoora, dopo tanti .secoli, ,]e vie deil mostro cuore. e lo fa pulsare ool palpito dei suoi bwttiti. E d1mentiohiamo un momento il Dottore deJHa Grazia per vedere in lui il Dottore della Carità; per riconoscere i'll lui non solo l'architetto della teologia e il titano della filosofi.a, ima il fratello che pianse e peccò al par di noi, n santo ohe riusci a scalare la città dell'eterna gioia e ad 01ssidersi ai piedi del Dio recuperato per :sempre)). DOMENICO G IULIOTTI. BibHotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy