Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

P APINI DAVANTI A S.A.NT' AGOSTINO. ,Srunt'Agostino scrisse Le Confessioni a quarantatré 3Jll[li; quellle di Papfa1i (L'Uomo Finito) furono scritte a tTe:nta. Il primo le scrisse « fuor del pelago )), sUllla Pietra di Pietro, in mez2,o al ful– gòre dii Orii,to ; il secondo dopo un orrendo naufragio, in mezzo a UIIl mare furioso, sopra un'imbarcamcone c,apovolta. L'U1I10, ritro– vata 1'a verità nella Fede, racconta i propri smarrimenti e penetra, al tempo istesso, più o .meno, con la nuova luce che ha dentro, nei IDiiste ri terrestr i e celesti; l'altro, pur credendosi vÌlll-to,fallito e finito, suòii.to .si rial2,a e, più giù .de' pfoehi delil'impossibile, come un lupo affarrnato - poi ,sfamato ool Pam. del Cielo - va per meno impervi sentieri. Nel primo, dopo ll!ll. lungo strano lavorio trasfor– main.te, ora la Gxazia si manifesta, nella sua pienez2,a, irrompendo ; ne l -secondo, ,sta/Ildo.sene0ome addo:vmeintata e nascosta, dissimula, specie all'inizio, Ja proprira forza e, intanto, sebbene inavvertita, e !lungo le vie più lontame e perfin sull'o:rone del diavolo (il diavolo a volte è UIIl oowtto ,servitore di Dio) dirige l'inc,onsapevole « pre– 'destimiato )) veriso le aperte braccia divÌllle che per tutti si .stesero sulla Croce. L'Uomo Finito, inso1Th1ll•a, (.un libro, per Pa;pini, fondarrnentale e oentrale, oome, per Agostino, Le Confessioni) non solo è il co1I1- cit•ato raooolllto d'un,a ,success-ione_ascendente di falli.menti eroici, ma, più e megli,o, è un vero e proprio poema interiore - epico, li– rico e tragioo - la cui so stainzia le radice ,s'affonda lllon vista in quel mistioo sotto.suolo, dal qua.le dovrà rnascere, dopo un decennio, l'fanmensa querda ·ramosa della S toria di Cristo. Ma' P,apini rnolllpoteva, alilora, immaginarsi ,d'esser già stato c01I1trassegnrutocol Tau ,sacro. Egli, anzi, in quel tempo, (e le sue ripetute dichiarazioni d'atei– ·smo, troppo insistenti, a dir vero, ,per restar :salde, 111e •son la prova) credey,a, o .si :figurava di credere, di nolll credere in Dio. Invece, se:nm saperlo, egli, quel Dio IIleJlquale diceva di non credere, non ·cessava oo istamte dli oericarlo; e sebbene, in apparenzia, non cer– casse Lui, ,ma questo o quel riflesso di Lui, pure, itn quei mutevoli barbagli, cercava, anche ignorandolo, unicrumwte Lui ; perché a,, Biblioteca Gino Bianco

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