Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Le pianelle del Bignore 55, - A mes.sa grarnde? - Proprio cosi. La vedova allora lo fissò im. viso senza comprendere, ma poi d'un tratto bruttendosi la fronte con la palma: · - O sciocca, sciocca che sono! Ma sicuro, sicuro che ho ,sem-– pre trascurato di far questo, di portare le mie ragazze a messa grande. E così illatura1mente rness:mnome le vede e nessUillo può– invaghir,si di loro. Oh com'è grande la saggezza del Signore, com'è grande la finezza del suo cuore! Ma sicuro che le condurrò d'ora innainzi a messa grande, e a messa ba-ssa e a vespro mattuti1110. E oosì tutti potrarnno ammirarli questi fiori de!l mio orto e, se Dio m'aiuta, cògliermene qualcuno. Grazie, grazie, bravomo. E senz'altro la vedova iillvitò Ilario a cena, poi gli offrì un buon letto e alla di,mane, esS€lll,dO appunto domenica, lo pregò che si recasse con lei e oon le ragazze alfa messa gram:de, nella chiesa deil villaggio. - Volontieri, - fece Ilario. Ritte accanto l'una all'altra, come tre gigili .su un'aiola, tutta la gente del paese ebbe campo quel mattino di ammirare le tre :figliole ,della vedova, oosì vigorose e ,c.osì belle, e i giovim.otti .se le additavano dandosi di gomito 11'u111 l'altro. Fu un vero ,successo. E alla dimane, non uno :ma due, tre ammiratori si presentarono in casa della· v,edova, armati di ,seri propositi. Inebriata dli questo trio111fola buona vedova avrebbe voluto che Ilario si fermasse aincora presso di lei. Ma Ilario declinò l'invito. - Ho le ore contate, buona donna. Debbo andarmene. M'aspet– tano laggiù una m()lglie e un mestiere. Non sapevo aveste moglie, Ilario. Peccato ! - E perché? · - ~erché, - soggiurnse ila vedova sorridendo, e mettendo il braccio sotto il ,suo, - avremmo fatto u111 cosi bel paio 111oialtri due, non vi pare? - Che? Voi pensate ,di rimaritarvi alla vostra età? - Ebbene, che volete, si vede che a furia dli :fidanzar :figiliole, è venuto runche a me l'uzl'iolo di far altrettanto. - Ogni popone vuol la ,sua stagiò111e,- sentenziò ,serio ,serio l'erbaiolo. J::: in quella sera stessa, ri111graziata ila vedlova di tante sue buone cortesie, ripartì sul suo muletto. Ormai non gli rimaineva più che un'.ultima inoombenza, quella dell'agrumaio. E ver,so il suo orto si affrettò di buon trotto in quegli ultimi giorni del suo viaggio. Ed anche alil'agrumaio, dopo aver na,rrate le ~ue ,gesta, rac- BibliotècaGino Bianco

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