Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Le feste centenarie della « Revite des de1tx Mondes ll 93 dicazione dei così detti confini naturali. Il Buloz, che sempre preferì i principi d'Orléans ai Bonaparte, si dolse col Nigra di quello ch'egli riteneva un giudizio avventato. Nelle lunghe controversie per la que– stione romana il Buloz si trovò separato da quelli de' suoi amici orlea– nisti che, come il duca Alberto di Broglio, erano stati feriti nella loro fede cattolica d,agli articoli del Renan, e questo temporaneo allontana– mento di una parte dei collaboratori fece sì che la massima rassegna francese non unisse la sua voce a tante altre 'che gettavano l'allarme nelle coscienze timorate per la progressiva attuazione del programma unitario del Governo italiano. Se la Revue des deum Mondes era sospetta al Governo imperiale ed i collaboratori cattolici l'avevano quasi tutti lasciata per passare al Correspondant, il Buloz potè fare della Revue la tribuna per eccellenza della critfoa letteraria e filosofica, se non politica. Il Sainte-Beuve ed il Taine la portarono ai più alti fastigi. Al tempo stesso il Direttore, costantemente preoccupato di rinnovare l.l contenuto del periodico, ne aperse le porte al Baudelaire, al Murger, allo Champfl.eury, al Sully– Prudhomme e per,fino al russo Turgheniefl'. Superate le ore dolorose nel 1870-71, affrontando perfino la soppressione da parte della Comune e dissipati i timori dei credenti per opera del Brunetière, la Revue des deum Mondes accompagnò, col suo commento libero e meditato, lo svi– luppo della vita francese dall'una all'altra guerra. È, questa, storia di ieri che mal si presta a rievocazioni. I grandi storici di quel periodo, il Sorel, il Vandal, il Masson, per non parlare dei viventi, il Conte d'Haussonville ed il Visconte di Vogiié, due tipici rappresentanti del– l'aristocrazia liberale, i romanzieri principi, una pleiade infine di viag– giatori, di scienziati, di artisti, di Generali, di economisti si alternarono nelle colonne della Revue, i cui sommari offrono uno specchio pressoché compiuto della vita francese contemporanea. Nel secondo anno della sua esistenza la Revue des deum Mondes s'era annesso il Journal des Voyages e ne aveva assunto il nome, come sottotitolo. La parte relativamente grande fatta all'Italia nei fascicoli della Revue, le indagini parallele sulP Inghilterra, la _Germania, l'Oriente, gli studi e la propaganda coloniale difesi dal Buloz con audacia di precursore, attestano lo sforzo da lui tentato per allargare - di là dalle frontiere l'orizzonte dei lettori francesi. D'altro canto noi tutti che, pur nati sotto un altro cielo e orgogliosi della nostra cultura nazionale, abbiamo sempre avuto caro il vincolo spirituale con la civiltà francese, possiamo dire che essa ci si è rivelata in iscorcio, ma anche in piena luce, sulle pagine della Revue des deum Mondes. GIUSEPPE GALLAVRESI. BibliotecaGino Bianco

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