Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

688 R. Bacchelli stancamente e· coll'acqua proprio fono ·alle orecchie, -sotto la riva, e mentre tentava il muro colla zampa, guardava disperatamente, ' e-olla paura nei grandi occhi cupi, dolci e ferini, colei che ce l'aveva condotto. Quellla andò dall'altra riva, dove c''rè dei gradiJili; e di là il c~e, attraversato con fatica il Tombone, poté risalire. Intanto un illlodestissimo barbone aveva preso quietamente fra i denti la reliquia dli quella stramba lotta acquatica, e la recava · a riva. La ragazza la riprese, e, non aippena il lupo si fu riposato, il giuoco rioominciò. Un'altra volta vidi tre cani aJl bagno, ma nell'acqua er3Jllo molti più di tre, e la storia comincia con due soli : un bracco bonario e adulto, assai posato, attorno al quale nuotava, facendogli i p-iù spiacevoli scherzi, un giovine owne lupo, -amico suo. Erwno arrivati insieme al guinzaglio. Il giovine non capiva quanto riuscissero iJil– .grati al oompagno quei giuochi, quelle zampate :sullla groppa, quei latrati nelle orecchie, quegli spruzzi nel naso e negli occhi. E tutti gli altri c3Jlli sguazzavano e latravano e 3Jlldavano e venivano e si scrollavano e tuffavano, come se l'amimazione del giovine [upo fosse stata contagiosa. Un inquilino disturbato urlava vane pro- . teste da un balcone. D'un tratto si vide •arrivare un c3Jlle di razza siberiana, un Iupo as,sai più lupo dei soliti, grigi,o color del ferro.limato, griJilta appuntita d'iperboreo . .Scendeva a lunghe e possenti zampate al– terne la corrente, e aveva tutt'altro modo di nuotare, ben diver-sa .scuo[a. Il fatto è che lll!Sciava la scia, e .stava ritto col muso tutto fuor d'31cqua, e pareva che fremesse verso la lotta. Un servitoreHo di famig1lia signorile veniva correndo, spaven– tato e chiamandolo. Il siberiaino non se ne dava per inteso, ma, padronali e ra111dagi, soli e acc-ompagnati, non appena colui so– praggiunse sbucando di sotto il ponte nel Tombone, gli altri cani s'affr,ettarono alla riva e lasciar,ooo il dominio incontrastato delle acque a quel cacciatore d'orsi bianchi, a quel 1I1uotatore di alto mare, oolllter:raneo degli icebergs. L'OROSCOPO. Un mendicante privo delle braccia vendeva, sul ponte de' Me– dici, pianete della fortuna. Il vento :scompigliò quei foglietti verdi e gialli, e se Ili portava verso il fango della strada e verso l'acqua del canale. Passava soltanto Uilla vecchietta, che si affrettò oome poteva, si chinò oon fatica, li raccolse e :restituì al mendicante. - Dio vi rimeriti della vostra carità. Di quei foglietti uno, promettendo a una ragazza superstiziosa un uomo che d!opo molte traversie l'avrebbe fatta ricca, felice, iJil- BibliotecaGino Bianco

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