Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

Ippolito Nievo 675 ribellerebbe, ove norn ci fosse di mezzo l'estrosa giudiziosità di quella figura. Noi la prendiamo nella nervosità attiva d'el suo temperamento amoroso; il Bacchelili ne sente la carnalità appassionata, ammi– rando come il Nievo abbia saputo comunicarne il calore e pur con vera arte virile velarla. Sì, il Nievo è sempre un uomo, è in tutto e fortemente virile scrittore. Ama la donna; sa soffrire di lei, ardere per lei di desiderio impaziente; non è schiavo né di fascino né di voluttà. N-0,n vi sono braccia femminili che possano chiudergli i · llucidi occhi e l'aperto spaziante spirito. Vasti rimangolllo gli ac– cordi IIlella sua equilibrata armonia. Egli ama le terre del suo paese e il popolo dei campi; ama i vecchi e i fainciulli (scrive met– tendosi nell'anima esperta di un vecchio, e descrive l'infanzia come da nessuno scrittore italiano fu fatto) ; ama l'ide;i, dellla patria 1I1ella storia della patria; vi si sente dentro, predestinato a essere l'ita– liaino dell'ora sua. Mostra molto sagacemente il Bacchelli che il contenuto politico degli ultimi romanzi de11Nostro non ,è meditazione di storia morta; è il suo stesso attivo pensiero politico. L'opuscolo Venezia e la li– bertà d'Italia stampato dopo Villafranca-osserva egli- «illumirna le Confessioni>>; ma un altro opuscolo politico, illledito fino a ieri, « ÌIIldica quel che sarebbe stato il Pescatore d'anime) di quali Ullilani e civili sensi iJiltessuto >>.Pubblica il Bacchelli per la prima volta queste interessaJilti pagillle, sotto ill titolo Frammento sulla rivolu– zione nazionale) per gentile co1I1cessionedi Alessandro Luzio, solo possessore d'una copia del manoscritto perduto. Note a ben pochi ile pagine politiche del Nievo; e al Bacchelli sembrano « né meno importanti né men belle>> delle sue romanze– sche. Per l'estro, la vivezza, la gaiezza, le noterelle buttate giù dal– l'ufficiale garibaldi1I10 durante la campagna dei Mille, g1li fanno affermare: « Nievo non scrisse mai meglio, 1I1onscrisse mai così alacremente e sobrio)). S-01I10 altre cose, d'altri momenti, d'altro assunto. N-01I1 ci meravigliamo che abbiamo generi di bellezza diversi da quelli deltle Confessioni. Hanno bellezze, i-O direi, più semplici. Non qui urn'opera d'arte che impegni un uomo a rappresentare tutto U1I1 suo mond-0. Gli opuscoli sono azione dirètta, persuasione per caldo ragio1I1amento; il diario siciliano consiste d!i piccoli appunti marginali, di impressioni che oggi si chamerebbero «istantanee)), spregiudicate, ·veritiere, eccitate da tale elettricità df movimenti, da tale gioia degli avvenimenti in fondo all'animo, che nullla può rabbuiarle. Non tutto è bello nemmeno 1I1ellacampagna dei Mille. }fa ,è la guerra. È l'azio111e.Mercé la guerra si farà l'Italia. Ci sarà tempo a farlla anche nelle coscienze, nella solidarietà dei cittadillli, nei caratteri. Già è assai che il Generale, l'umanissimo Garibaldi, B1bhoteca Gino Bianco

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