Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

636 E. Pistelli - Introduzione all' « Elettra » ÌJI1 povera prosa. Il che, se voglirumo credere al Goethe che se '.°e intendeva, è il più sicuro contrassegno e suggello della vera poesia. Non è, questa Elettra, il capolavoro del poeta. Parrà taJle ad altri l' Antigo1w, ad altri l'Edipo Re. Ma è un capolavoro setnza dubbio, e tale che tolse per sempre e a tutti la speranza di _far meglio nello stesso soggetto ; ,sicché delle i[lfinite Elettre, special - mente francesi, che la seguirono, possiamo dire che il bello noo è il nuovo, è di Sofocle, e il nuovo 1I1on è bello. Egli è che o bisogna ri1I1unziare a Elettra e farne ulila figura seoondaria, o è assurdo im– maginarua diversa da quale Sofocle l'ha creata: U1I1'animariboc– cante di tenerezza per il padre e per il fratello, e fermamente oon– vinta ohe la pietà, che l'onore, che la giustizia vogliono sia ven– dicato il delitto. E c'è, per dir così, una perfetta armolllia tra i due sentimenti, che si spiegamo e si compiono a vioenda; talché non sapremmo dire se Elettra odia tanto perché ama tanto, o se piut– tosto ama il fratelilo perché sarà lo strumento della sua vendetta. Ella stessa noo se llle rende conto; soltanto non le è possibile né pensare IIlé,sentire altrimenti, amzi ogni dubbio sulla legittimità e santità de' suoi sentimooti le pare empio ed assurdo. Così gli altri tutti, cioè Crisòtemi sempre (e fino al punto che la rassegnazio1I1e può parere UIIlacomplicità), il Coro, fino olltre la metà dell'azione, esitano dubitano wmono. Clitemestra stessa si rioorda una volta che esser madre è una gran cosa, e resta un momento pensosa e oommossa; e anche Oreste, uccisa la madre, non o.sa dire che tutto è andato bene, .senza appellarsi al coma1I1dodel Dio. ,M a Elettra no, neppure IIlel momento supremo. Dava1I1ti alle ceneri del fratello l'abbiamo udita chiamar la morte; è natura/le. Ma dubitare d'aver c•oo,sacrato la vita alla più giusta e santa dlèlle oause, mai. Clite– mestra non è sua madre dal giorno che uccise Agarrnoo1I101I1e. Un'ultima osservaziollle. Il poeta crea<ndo ulila tale Elettra, ha forse rinunziato all'effetto davvero tragico che poteva ricavare così facilmente da un cootrasto di passione, nelll'anima della sua pro– tagonista, tra la necessità della vendetta e il sentimento filiale ? Può parere, ma nOIIlè. Che IIlOIIl possiMno anallizzare quel conflitto in Elettra, la quale è come tutta d'acciaio e IIlOnsi piega sta bene· ·1 ' ' ma 1 poeta riesoe a far .sì che lo 8ellltiamo noi, ma soltamto qua1I1do egli vuole e quanto egli vuole; cioè· che lo sentiamo quanto basta perché, non dimenticando che Clitemestra era sua madre, ci sembri più tremendo il castigo che deve piombarle sul capo per ma1I10 de' s~oi figli; senza che però siamo oostretti a illldugiar tanto ÌIIl quel pensiero, da voler meno bene alla forti,ssima donna, fataJ1mente sa- cra a un'opera che per lei è di pietà e di giustizia. · Gennaio 1900. ERMENEGILDO PISTEJLLI. Dalle carte di Ermenegildo Pistelli. BibliotecaGino Bianco

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