Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

42 P. Nardi curiosi d'altri ricoverati, i quali fanno già i loro calcoli sull'allog– gio rimasto vacante, mentre il custode tira un respiro di sollievo, all'idea di non udir più lamentele per via di garofani, uno dei quali, rosso sgargiante, Busolo, cinico, ha colto dai vasi della siora Gegia e messo in mano alla morta. , In verità un lavoro così, per la semplice ragione ch'era scritto in vernacolo veneziano, non poteva essere affidato, senz'altro, a Emilio Zago. Zago e la sua compagnia potevano andar bene per scene tutte comiche, e le quali magari tirassero al buffonesco. Ma [)er un lavoro di comicità superficiale e di fondamentale tristezza, Benini ci voleva, cioè un capocomico esperto nella scienza delle sfumature, che sapesse passare, e far passare i suoi collaboratori, da] comico al tragico senza bruschezze improvvise, senza inverosi– miglianze. Come poi il Garofolo rosso, malgrado le preoccupazioni del suo autore, venisse affidato iproprio alla comipagnia Zago, la quale pareva la meno adattw, lo si rileva da un'altra lettera del Giacosa, lunghissima, sempre del 1902. L'Associazione lombarda dei giornalisti, promovendo ogni anno qualche pubblico spettacolo per ingrossare il proprio fondo di pre– videnza, e avendo iper quell'anno 1902, pensato di combinare una recita straordinaria alla quale concorressero tutte le comipagnie trovantisi il 9 febbraio (domenica, grassa) in Milano, avrebbe vo– luto affidata alla compagnia Zago la recita del Garofolo rosso. La relazione del dialogo svoltosi fra il Giacosa, cui il Fogazzaro s'era interamente rimesso, e i rappresentanti dell'Associazione, ha. un particolare sapore, per cose e persohe d'altri tempi ch'esso rievoca•. Il Giacosa comincia col fare, naturalmente, le sue riserve sulla compagnia Zago, specie trattandosi di un iprimo esiperimm,to; e accampa e riaccampa anche la propria convinzione, che la miglior interprete delle scene fogazzariane dovesse essere la Zanon Pa– ladini. Quelli replicarono che la Borisi (prima donna dello Zago) è più adatta, a quella parte, della Zanon; ma osservai che la loro opinione era troppo interessata. Non dico che la Borisi non possa riuscirvi, tanto è vero che già col Praga si è combinato· di concedere la commedia anche allo Zago, ma dopo che l'avrà., primo, rappresentata il Beniùi.. - Ma c'è contratto in proposito? - Nessun contratto e nemmeno trattazioni verbali-, rispondo, - perché i capocomici non avrebbero mancato di far strombazzare la cosa, fin d'ora, sui giornali, e Fogazzaro non vuole che si faccia chiasso in– torno a quel breve suo' lavoro. - Ma allora -, r~plicarono, e non senza ragione, - nessuna occasione migliore di questa. Il concedere un lavoro novissimo ad una recita in pro di un istituto, quale sia, è la maggior prova di modestia che un autore possa dare. Oon questo, l'autore non ha punto l'aria di Biblioteca Gino Bianco

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