Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

DONDO CAMPANA, È MORTA BIBBIANA! Era un giochetto che si faceva da bambini. All'ora della me– renda, che il sole sferzava meno e il giardino rinvispiva e si usciva tutti a resipirare, la vecchia bambinaia che si cihiamava Assunta e che i miracoli, per noi ragazzi, li sapeva scovar di sottoterra, ci diceva: - E ora facciamo « dòndo campana>>- Due di noi prendevano un altro pei ipiedi e per disotto le ascelle e lo facevano dondolare, mentre Assunta, donna di grossa pasta, coi capelli tirati addietro e la faccia tutta rughe e rughinelli dove colava sapientemente il sudore, piantata a gambe larghe, su certe gambe rudi e come anchilosate, che ogni passo ipareva un monu– mento, faceva finta di suonar le campane, agitandosi tutta come se v,olesse scoscendere. E alla pellética del g6zzo ci aveva come dlue bargigli da tacchino che si dimenavano a uso battagli. E diceva : Dòndo campana è morta Bibbiana in un campo di ceci. Correte lucchesi a mangiarne un boccon .... E pareva proiprio che fosse lei la Bibbiana. Insomma, un ,po' per quel sapore d'antropofagìa che c'era nella filastrocca, un po' alla veduta della vecchia Assunta la quale, ogni volta che si metteva a scuotere quella campana immaginaria con le mani che sembravano fatte d'avan,zi riaippiccicati insieme e d'un·– ghie incarnite, dava certi scossoni" da vederla traballare e cascar giù di picchio, coone un fantoccio di carnovale, m'ero venuto for– mando di Bibbiana un'idea quanto mai paurosa. In ogni madia vedevo Bibbiana. La vedevo in ogni cassa. In ogni involto di cenci scorgevo Bibbiana morta. Non mangiavo carne iper paura 1 che fosse carne di Bibbiana. E se passava un funerale, dicevo: - Ecco Bib– biana che cammina !... E quei lucchesi poi? Possibile che si dilettassero cosi gustosa– mente di carne umana e preferissero le donne che sono più ciccione ? BibliotecaGino Bianco '

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