Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

16 C. Alvaro Le strade dopo il primo affollamento mattutino, diventavano improvvisam;nte deserte. I fischi dell~ sirene si d~s~avano ~i _botto; sotto i ponti di ferro delle metropohtam.e scoppi improvvisi face– vano volO'ereil capo ai passanti e ponevano un pU[lto fermo al mo– vimento :he poi riprendeva fluido e felice come dopo un pericolo. La città pareva assestarsi, e intonare i suoi rumori dopo la pausa del sonno: scoppi, scampainellate, fischi, urli di trombe, si rispon– devamo prima che il rombo della vita piena li riunisse in un solo accordo. Gli uomini guardavano inferociti dall'alto delle vetture, tesi a quei rumori come cavalli alle frustate. Il Borriello si fermò davooti a un cartello!lle esposto a una vetrma di un venditore di tabacchi : - Quanto mi è antipatico questo tale! N 0!ll lo posso sopportare. - Era l'immagine di un uomo che fumava co!ll com– piacimento un grossissimo sigaro: i baffi bene arricciati, i capelli biondi spartiti sulla fro!llte, e un vago sorriso di delizia: era l'im– magi!lle di tutti gli uomini della città, ridotti a U!llasola apparenza. Improvvisamente, pas.sato un ponte di ferro su cui uin treno fissava l'immagine infantile d'una partenza, la città si raccoglieva in un quartiere desolato. All'asfalto lucido succedeva u111acciottolato scon!llesso, e i lampioni miseri del gaz ricordavano le notti paurose. Cominciò a soffiare·un vento gelido, mentre 111ubi grige e ovattate si accumulavano pel cielo, e il sole le traversava da un punto all'altro µell'orizzonte, .rapido, pareva, come u111abomba. « E adesso?» Adesso tornava alla mente di tutti e tre un proposito fatto qualche tempo prima, mai messo i!llesecuzione, e che li riprendeva tutte le volte che si ritrovavano insieme, e in una condizione come quella. 1 Un uomo tardo e pensieroso, con u111a borsa sotto il braccio, li rasentò senza far caso a loro: portava larghi pantaloni a scacchi 'bianchi e neri, un tubino sulla testa che si ampliava sul collo e sulla nuca; le scarpe grosse avevano una rappezzatura evidente, tutte e due dalla parte piena di ciascu111piede. I tre amici si guardarono sorridendo vagamente, come se fossero delusi. - Io dico che certe volte sono proprio queste le persone che hanno i denari. Lo sai come fa la gente i!ll questo paese, che quando va a lavorare non bada come è vestita, - diceva il Borriello. Il Ferro rispose con disprezzo : - Se noialtri aspettiamo che passi di qui la gente ricca, ci staremo un bel pezzo. Ohi volete che passi da queste parti ? Bisog!lla andare dove sta la gente. - Ohe ne sai, tu ? Inv~ce io dico che proprio qui c'è da fare, invece. E poi, perché devi a111dare a cercare i gran signori? Quelli vanno in automobile e acchiappali. Anche ,per fare queste cose ci voo-liono dei denari po: t . o ' ~rsi presentare, potersi aggirare fra la gente. Ohi vuoi invece che dia un soldo di credito a quello là? - Il Borriello indicava il Mandorla il quale si volse appena con u1110 so-uardo rasseg,nato come dire che lo sapeva di essere oggetto di sch:rno, -ma che anch; BibliotecaGino Bianco

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