Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

Ventiquattr'ore 15 mrun1 m tasca, col passo di chi ha camminato troppo nella sua vita, il Mandòrla, non diceva, che ,rare prurole. Ora l' u1'o ora \ l'altro qegli amici gli metteva la mano sul braccio, e cammilllava , un poco al passo con 1-ui. Sebbélne il più insignificaint(l della com– pagnia, il -Mrundorla rappresentava un oggetto di disputa, per– ché, come accade, ognuno dei due lo voleva amico per sé;· avev'31 gli occhi sempre un po' gonfi e rossi : le 'làgrime gli venivano e gli tornavano indietro come al BorrieU9 la saliva. Il suo pensiero fisso, per quanto lo nascondesse, era .sempre quello della moglie. - Ca– pisci, ~ diceva, - che una donna, quando ti tradisce, tu te ne accorgi anche se nessuno ti ha detto nulla. Te ne accorgi da certe cose, per esempio .... - Gli altri due si guardavamo ,malignamente di sopra la sua testa china. Poi u~o, con una voce curiosa ma trattenuta, domandava : - Per esempio ? - Ti bacia in .urn altro · modo, e si sente che c'è qualche cosa di nuovo. Ella gioca come se tu rnon dovessi capire, e tu hai capito,· invece! E intainto non sai che cosa fare; cihe cosa vuoi fare? La vuoi uccidere? - Natural– mente. Ucciderla. - :Ma se l'hai amBJta, come la uccidi?. Norn ti riesce. Ti dici 1sempre : Domaini, domani la ucci'derò; e questo do– mani non viene mai. E poi, io non :potrei, perché pernserei sempre di averla uccisa. Tu l'ammazzi, è li stesa, le domandi qualche cosa e non ti può più rispoodere. È impossibile. - Ora non poteva più parlare, e guardava in alto, come i bambillli qurundo piangono, e t per disfa•arli si dice loro dti.guardare l'uccellino che vola. La città cominciava bassa e sterile, con le sue piazzette, le sue case modeste, i tranvai che vi sbucavano all'improvviso come se vi arrivassero la prima volta, festosamente. Crepitavano i vetri il– luminati delle fabbricih:e. Strrunamente gli edifizi enormi sembra– vano s,profondare :irn. U'IIl 'Umo antico, obliquandosi un poco. Gli autobus irrompevano con le ·loro forme nuove, verniciati di fre– ,sco, come se avessero sbagliata la strada, raccattrundo i passeggieri frettolosi per puro caso. Il Borriello si fermava a leggere, sulla soglia dei ristoranti, la carta delle pietrunze. Il Ferro pirofittava per dare urn'occhiata attraverso i vetri, alle donne intente alle faccende, o a quelle che 1si affacciavano dall'alto, al terzo e al quarto piano, a scuotere gli strofinacci, me:µtre il Mandorla, a· capo chino, ripeteva : - Sbrighiamoci, sbrighiamoci, chf stiamo a fare qui ? - E che andiamo a fare ilil un altro iposto ? Noi rnon abbiamo da far nulla né qui né più lontruno. - Il Borriello si passava una mano sul labbro inferiore, carne se avesse dimenticato qualche cosa nel fondo della memoria, poi si volgeva per domarn– dare : - Ti piacciono i· fegatini ? - Tutti e tre riprendevamo la strada ,senza più parole; :solo il Ferro, davamti a una donna piut– tosto piena, che passava com la rete della spesa, ripeteva : - Ecco U'IIladonna che farebbe per me. BibliotecaGino B.ianco

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