Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

528 G. B. Angioletti IncompirenisibHi MD.icizie. La p,icc"olatiene gli occ·hi spaJancati sulla sconosciuta, ba;lbetta, già col pensiero ver,so un mondo d'am– o-oscia le fr31si che le suggeriiscono ; poi, come 1sela faitica l'avesse :opraff311Jta,e si fosse del tutto per,suasa che l'ospite ~ u~'appari: zione iJmprov~sa, venuta li in ca,sa sua apposta per grnd1carla, s1 n31sconde la testa tra le mani e, presa un'altra volta dall'af– fanno, rompe nel pianto. Alla ,signom morti:fica;ta, la madre sta a spiegare che la piccola fa sempre così, è un po' ,selvati_ca, poi s'abitua e s'affeziona. Tutti ora diranno alla ba;mbina parolette gentili, a;morevoli, nella stanza il coro delle voci femminili si fa langwido e squiisito, tutti diminutivi e vezzeggiativi, tremante e camoro. A sentir dire che è bella e Rì graziosa, la bambiJna comiincia ad ascoltare. Poi la vanità, in– conscia ma persuasiva come una carezza materna, la consiglia e r.assicura. Un miniimo moto -delle spalle, un batter delle palpebre come per troppa luce, la prova d'UIIlsorriso, ed anche ,questa bur– raisca è passata. La madre ha un sospiTo di sollievo, la nuova ansia s'è mutata in orgoglio : la bambina, si p,uò dirlo, è brma e cortese. Ora la piccola ascolta parlare. Parole veloci escono dalle lab– bra di miele, un lungo diiscorso strano e dilettoso sfila come mu– sica da una :fisarmonica. Ella s'a,bbandona ad ascoltare, e così la dimenticano. È passata quasi un'ora e nella ,stanza si acoorgono che la bam– bina è rimasta quasi sempre immobile e raccolta in' silen~io. Alla madre pare un'ora perduta, quasi che la bambina fosse stata lon– tana, in un mondo inimmaginab!ile, come quando era amcora una speranza materna. Ohe av:rà pensaito ? Come avrà potuto soppor– tare la diistrazione della gente che la doveva proteggere? Un'ora d'affetto perduto: effimero ma inconfortabile rilmor,so. Ma aippena la vrsitatrice se n'è Ml.data, la bambina rivola alla sua allegria. La libertà è voglia di canitare, correre, saltfiire ; ora tutti sono amici, tutta la casa trema divertita all'iimpeto dei passj, risponde alle grj,da gettate all'aria come fuochi di gioia. Così continua, p3idrona della suJa fantasia, fino all'ora del pranzo. La mettono a tmola, su un seggiolone. Mamgia ancora ec– citata, sorridente, e par quasi d' indovfaiarle un' ombra d' ironia quando guarda gli altri che IQ.asticano intenti e silenziosi. Quando, più tar,di, parla col pa;dre, il colloquio è tutta una scena assurda di cui si meraviglierebbe qualsia;si test:iimonio. Mentre il padre l'approva convinto e partecipe, la bMD.bina racconta la sua gioooaita, così diversa e più bella di quella che hanno creduto gli aHri. Il tempo s'accavalla, il futuro già trascorre, e il mondo è stupendo, angusto nei limiti e infinito nelle immagini come un'opera d'arte. BibliotecaGino Bianco

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