Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

· Euripide 277 stile, egli riesca a farci tollerare sulla scena una donna feroce che per vendicarsi ò.el marito uccide i propri figli. Ho accennato alla virtuosità formale di Euripide. Questa almeno è fuori discussione : la riconosceva con buona grazia Aristofane stesso, e la sua esplicita attestazione figura in ogni manuale di letteratura greca. Or quando io penso a questa incontestabile ed incontestata maestria formale, per cui la tragedia euripidea rimane modello insuperato di semplicità, di efficacia, di proprietà di stile ; quando ripenso che alla tragedia di Euripide, alla sua tecnica e alle sue innovazioni drammatiche mette capo, senza esagerazione e senza eccezioni, ove dallo ·Shakespeare si prescinda, tutto il teatro an– tico e moderno, anche quello che meno ha di classico; quando ri- 1penso alle figure di Medea, di Fedra, di Ifigenia, di Polissena, di Andromaca che o con gli stessi o con altri nomi e sotto altre vesti vivono ancora di vita vera nella letteratura e nella coscienza di tutti i popoli civili, n·on posso non dire anche io che in complesso la critica fu ed è ingiusta verso questo felicissimo creatore di carat– teri, di situazioni, di forme drammatiche. Aristofane ebbe il co– raggio di far dire da Eschilo : « la mia poesia non è morta con me, ma con Euripide è morta la sua)); gran coraggio per un'altrettanto grande bugia, rispetto al poeta che chiude in Grecia degnamente la serie della grande [)Oesia tragica. La scomparsa dell'uomo ha . tolto di mezzo le antipatie e gli scrupoli per le sue innovazioni, per i suoi ardimenti, per il suo realismo. a volte brutale e sempre incomodo ai contemporanei. In duemila.e quattrocento anni non si è affievolita l'attrattiva potente del suo pensiero e del suo eloquio. Una nuova smentita ad Aristofane avete dato anche voi che il nome del grande poeta ha indotti volenterosi e :fiduciosi a leggere queste pagine, nonostante la qualità dell'interprete. Possa non toccare al mal destro interprete il rimorso di aver diminuita in voi quella :fiducia e quella simÌpatia. GIROLAMO VITELLI. BibliotècaGino Bianco

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