Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

STAMPE DELL'OTTOCENTO: IL TEATRO PAGLIANO. Elmaini .... Erneni lJllvo)<a.miall'abborrUo amplesso. Sfiorando i !Petti queste aure vi rapivano i cuori, fosse il loro pal– pito celato da umili cenci o dalla corazza dello sparato candido e lucente, o visibile sotto la pelle nuda, velata ~ppena dalla cipria e incorniciata di gemme, e su cui languivano viole gelsomini e rose té. Fuggiam se teco vivere ani si-a d'·llJIOorconcesso. E li portavano via, alto, lassù .... non si sa bene dove, sorreggendoli con delizia di zeffiri, per travolgerli poi crudelmente col furore della tempesta, coll'orrore della voragine fino ai ghiacci della morte. Dolce strazio però, dolcissimo, anche la morte ; anzi, tanto più dolce quanto ipiù era crudele. Per antri e Iande inospiti ti seguirà tl mio pié. Le teste reprimevano a stento l'irresistibile abbandono, un moto di verti.gine le avvolgeva, mentre nella IPellombra delle luci abbassate in un ondeggiamento di valzer si muovevano i ventagli; e le mani correvano tra i fiori, in mezzo ai seni 1Prominentissimi sullo strin– gimento del busto, a cercarvi un fazzoletto minuscolo per rasciugare una lacrima nell'angolo del ciglio, o si aggrappavano al parapetto vellutato del palchetto, ai bracciuoli della poltrona di capacità materna, le poltrone di Pagliano !Parevano semicupi, !Perché le dame dell'ottocento prendevano più posto assai delle nostre, quasi il dop– pio: si aggrappavano nella necessità incalzante di afferrare, di strin– g-ere qualche cosa, una cosa qualunque, e nel timore palese di per– dere la COID1Postezza in un istante di rapimento dello sipirito, sen– tendosi ad un tratto come sospese nel vuoto in mezzo alla solitudine di questo deserto che si chiama « il mondo )), su cui tutto fugge .... fugge .... inesorabilmente. Un Eden di delizie sara'll quegli ianllri a me. Per quanto il secolo si fosse presentato fino dal suo principio in veste di intransigenza col più antic0 !Peccato, non gli dispiacque Biblioteca Gino Bianco

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