Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

258 G. Vitelli · grande eroe. Oseremo dire che cosi facendo il poeta inS1Piri reve– renza e rispetto per gli Dei della sua religione ? Un altro grande eroe, re potentissimo di Argo e di Micener supremo duce della spedizione troiana, l' Atri-de Agamennone, onusto di ricchezze e di gloria torna in 1patria, dove aveva lasciata la sposa e i figli : risipettoso degli Dei, caro al popolo, egli Yi torna beato. Lo accoglie la consorte con blande e dolci parole, con te– nera effnsione di affetto, con f'ntusiastiche manifestazioni di gioia, - essa che nella lunga assenza del marito ne ha violata tur[>emente la fede, essa l'amante del nemico più infesto 1 alla casa degli Atridi, essa, la donna demoniaca, che trnciderà barbaramente il marito appena rientrato nell'ampia reg·gia,. E tosto verrà fuori a vantarsi di averlo ucciso, e dirà per filo e per segno, con voluttà, come ha fatto a,d ucciderlo a tradimento, di quanti colpi lo ha colpito, come egli è caduto senza potersi difendere, come il suo sangue a fiotti ha bagnate le vesti di lei che ne ha goduto « come della 1pioggia del cielo si allegrano le messi in sul fiorire.>> Quella donna dirà che vendica il sangue della figliuola Ifigenia crudel– mente sacrificata dal ipaclre ad una stolta ambizione; dirà che ac– canto n.l marito morta giace la concubina Cassandra: nulla dirèì, dei suoi adulteri amori. Ma l'adultero, «carissimo)), e}la pone sul trono dell'ucciso marito. Su questa trama è intessuta una S(plen– dida tragedia di Eschilo, né il poeta pone in miglior luce, che non abbia fatto ora io, la figura della donna, meravigliosamente ipocrita, infernalmente falsa in ogni sua parola di tenerezza e di amore. E quando il drudo vorrà render ragione del perché Cli– tennestra e non egli stesso abbia ucciso Agamennone, dirà con cinica serenità : « ma è evidente, toccava alla moglie ingannarlo!>>– Oseremo dire ·che Eschilo abbia glorificato così il_sesso femminile? In un dramma di Sofocle era eletto (fr. 187) : « peg·gio di una donna non v'è né vi sarà mai nulla al mondo!>> E la Fedra di Sofocle stesso rivelava sfacciatamente ad un coro di donne, se non addirittura ad Iippolito suo figliastro, l'amore violento onde di costui era presa: né giovava molto aggiungere che le «malattie)), mandateci dagli Dei conviene soffrirle con rassegnazione. Potrei senza sforzo continuare a ricordare quante debolezze,. quante malvagità, quanti delitti umani. ... e divini Eschilo e So– focle iportarono sulla scena. Come accade, dunque, che antichi e moderni accusino esclusivamente Euripide come colui che, con l'aver rappresentato sulla scena queste .... debolezze, abbia indotto, i suoi contemporanei a non credere né agli Dei né alle donne ? Accade, in primo luogo, per una ragione aritmetica. Dei drammi di Eschilo e di Sofocle, complessivamente, abbiamo meno di quello che abbiamo di Euripide. In secondo luogo, nessuno meglio di BibliotecaGino Bianco

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