Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

EURIPIDE. Di qual mai colpa nefanda era reo Aiace Telamonio, perché il generoso eroe, bello e grande della persona, !Parco di parole, intrepido, baluardo costante degli Achei negl'infiniti perigli di una guerra di dieci anni, a,nessuno secondo oltre Achille, dovesse miseramente perire di propria mano? Non inconsapevole del pro– prio valore, egli si aspetta aggiudicate le armi di Achille; e i giudici o corrotti o ingannati o stolti le aggiudicano invece ad Ulisse. Una nera nube gli offusca la mente, e l'eroe dal senno sicnro infuria tra nna ma.ndra d'armenti, -sgozza pecore e montoni con.vinto di sgozzarè i nemici della sua gloria e l'emulo fortunato. Tornato in senno, non sa, non può sopravvivere al ridicolo, alla vergogna della pazza strage, e si uccide. Quella nube di follia gliel'ha mandata Atena, la più saggia delle Dee dell'Olimpo, che al suo prediletto Ulisse sperimentalmente dimostra così qual lu– dibrio sieno nelle mani degli Dei anche i più nobili e generosi ;eroi, anche _Aiace! E perché questo sperimento crudele 1,n anima nobili? Nel muovere per la guerra di Troia, al prode figliuolo aveva ·detto il vecchio Telamone : << non insuperbire del tuo valore : possa tu vincer sempre ·con l'aiuto degli Dei! n << O padre mio,>> aveva superbamente risposto Aiace, << con l'aiuto degli Dei sa vincere anche un vile : io anche senza di loro confido meritarmi questa gloria.>> E un'altra volta, quando sotto le mura di Troia, nell'infierire della battaglia, gli si era avvicinata Atena incuo– randolo alla pugna : << va' ad incuorare gli altri Achei, >> le aveva detto Aiace, << dove son io non prevarrà il nemico. >>Non risulta che gli Dei di sesso mascolino si vendicassero della superba pa– rola, vendetta ne volle la Dea femmina, e l'ebbe terribile con l'onta, con la vergogna, con la morte miserevole dell'irreprensibile eroe. Su questa ,trama è intessuta una siplendida tragedia 'di So– focle: né il poeta si cura di porre in miglior luce, che non abbia fatto ora io, la figura di ·quf'Jla Dea puntigliosa, che al meschino ;risentimento di donnicciuola sacrifica l'anima generosa di un 17 - Pègsso. BibliotecaGino Bianco

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