Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

• 92 U. Ojetti : A Sua Eccellenza Benito Mussolini storici a dolersene ,p,iùdei poeti. Petrlµ'chismo, seiJCentis.mo,arcadiia, clas– sicismo, romanticismo; tutti crur:duooiani o turtti dannunz.iaini, 1:luttifutu– risti o tutti rondisti, tutti positivisti o ·tutti crociani: certo quell'epoche e mode hanno il vantaggio di far parere vivi e vitali, solo per virtù della bandiera e dell'uniforme, i coscritti più sparuti. Adesso invece si vive liberi d'essere quel che vogliamo e possiamo. La fatica per gli storici e i critici panoramici che tentano di p3issarci in rivista e ci trp,vano l'uno basso e l'altro alto, l'uno vestito di color sangue e l'altro di color pulce, l'uno a cavallo col fulmine in mano e l'altr_o sdraiato nell'erba a •sfogliar marghe.rite, è oorto grave. Ma non si scrive, <'h'io saq>pia, p,er le ragioni iper cui ,si ceN:a un posto al ministero dell'Eoonomia o delle Ccmporazioni. Che i signo1i storici aspettino. Essi sono i servitori del tempo; e se tenta,no di ribellarsi al padrone, rischiano di dover rioo– mrin.ciare dieci volte il lavoro. In questa delicata stagione delle nostre lettere, Ella ha proclamato dall'alto il dill'itto « dell'arte, della prosa, della poesia, del teatro, ad essere giudicati obbiettivamente senza che ci ~ia un veto per via d'una tessera più o ·meno r'eltrodatata ll. Non che gli sorittori non abbiano da essere e ,da sentirsi cittadini italiani e possano mai considerarsi ,supe– riori alle leggi, ché anzi, maggiore è il loro fascino, maggiore è la respon– sabilità loro. Qui si parla dell'arte loro e non si ,difende che l'arte loro; e non la si difende che quando è a,rte davver-0. A Vostra E<'cellenza, ri– petendo la nostra irioonosceiuza, affermiamo che, se i ,segni non mentono, anche l'avv-enire delle nostre lettere sarà degno dell'Italia «fa Lei spe– rata. Ma occorrono fede e lunga costanza perché anche in ciò l'animo dello scri,ttore assomiglia a quello dell'.ag,ricoltore: nel sapere aisipet– tare e, dissodato il terr-eno, proteggere i germogli e gl'innesti anche degli alberi dei quali egli non godrà né l'ombra né i frutti. Scllicet omnibus est labo-r impendendus, et omnes cogendae in sulcum ac multa mercede domandae. Devofa,mente, UGO ().TETTI. BibliotecaGino Bianco

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