Pattuglia - anno II - n. 3-4 - gen.-feb. 1943

l.'nnto, un pocmn. Soltunto <·on tuie componimento è poss.ibile fare di un lie,•e soggetto un'opera d'arte nella crcozjone. Poco interesse drammatico, è vero,. abbiamo detto più sopra, mn il conto epico delle immagini sorpassa tali facili interessi e si solleva in una zona dove, se pur è dif[icilc accedervi, tutto di- ' cnta mito cd epopea. f. poichè siamo in ,materia di immagini, si potrebbe tare un paragone eloquente con In pittura. Certi quadri realizzano nel breve spazio della teJn i sentimenti voluti, attraverso uno figurazione compUcotn, ricca di particolari costitutivi e di tonj interpretativi; altri quadri gli stessi sentimenti realizzano. forse maggiormente puriticandoli e riducendoll olla loro essenza rigorosa, attraverso una figurazione semplice; un raggio di luce in un debole accordo di toni appena accennati; nessun elemento esteriore atto a rafforzare l'inespresso. Pur tenendo conto delle differenze sostanziali che esistono tra In pittura cd il cinematografo, rcaliu ... amdo la prima attraverso ,·alori spaziali, quello che il secondo traduce in valori temporaU, tuttavia in alcune inquadrature de « L'uomo di Aran» è racchiusa tale potenza di movimento spaziale, da Far sembrare quasi assurdo j} Jnovirncnto reale (cioè temporale). Il brono in cui cim1ue persone sono attorno alla barca e la tengono ben salda dagli assalti delle onde, nella sua staticità racchiude tutto lo sforzo di equilibrio tra le due masse contrastanti: il mare e gli uomini. Quantunque in un Jilm jl foto. gramma preso a sè. non abbia alcun vulore nell'economia ritmica del complesso, nel caso Flaherty alcune scene hanno un valore musicale anche se prese isolatamente, come se nella proiezione il mm fosse costituito da fotogralic identiche, tnli da rendere l'immagine •ferma•. li senso sarebbe compiuto lo stesso nel modo più vfro cd ap1>arente. Questo perd1è Fluherty è un \1Cro artista. Egli sente ht polenzo dcHe im• magini esteriori delle cose e sa comporre queste ultime sulla tela con un equilibrio intimo reale, da rendere già in ogni fotografia il motfro conduttore cli tutta la sinfonia che sarò poi In sec1ucnza (•ompleta. Lo vita da lui cincmatografntn è reale, vei:a, documentaria. Abbiamo detto Ja parola: documentaria, equi"nlente a pura immagine di elementi naturnH composti nella loro essenza di movimento e di massa, al pu.nt.o do far perdere loro il valore strettamente realistico e trasformarli in materia essenziale di creazione. Le onde che si abbattono suUu scoglfora di Aran, non sono più onde di un mare in burrllscu. ma sono tutte le !orze della natura scatenale contro la tenacia dell'uomo. Ed jl canto si libra al di sopra della realtà trasrigurnto, impcrsonificnta, vivente, come nelle leggende antiche, dove il mare era un dio e sulle onde , i\'evuno strani mostri. f: J'interpretnzione mitologica moderna del Jnarc <1uella che è r11cchiusn JlC •L'uomo di A· ran•. Potenza :-.traordin(1ria della semplice illUllmagine, c-on passione di amore osservata, e con altrett-anta sempJicitJ'1 resa attraverso un tenue nesso logico, esclusivamente temporale e ciclico come ogni grande av\1cnimcnto delle cose del creato. Dopo <1unnto abbiamo esposto tino a questo momento, la conclusione di- ,,enta eh importanza e difficoltà minimo. Nel cinema solo l'immagine ha un valore esteticamente concreto. Le "ingeren.zc di intrccc.io drammatiche o sen• timentali risultano un banale ripiego, che ton.te ,..oltc può essere di c9mpo• si.zionc eccellente (e magari per una rara ubiquità creativa dar vita. a ca. polavori cli eguale potenza), mo che in definitivo sminuisce il carnttcrc precipuo della crcazionl' cinematografica, allontanandola dal suo tulc.ro sostanziale: l'immagine. OSVALDO CAMPASSI 20 LETTERA ~aellia rna4e/Ucl/fTU!/!Ue 4dliita OVVERO: I RISULTATl DI UN'INCHIESTA ovv-e/l(J: &~ 4MJ/Jae rµw/};~ {importante scritto di RENATO GIAN!, nel qual-, appaiono molti personaggi, una risposta di ENRICO EMANUELLI e un ritratto di DOMENICO CANTATO!l.E) ~fio caro \rì:-.tarco. • Jnvito ~tlle immagini ,. : è indub• biam('nt(' un hd titolo, ed è ~i..ì polemica aperta. Il numero di O( Pt1Hu~ glio » de<licnto .al cinema dovrebbe CS· sere, in tale· occasione una , era pale• stra: il lettore vi si tro, erà come in un campo cli esercitazioni, con ostacoH, sbarre fisse, altalene (o trnpczi li se• f.!Onda dcll'alt.ezzo cui si t.rovn n giudif.!Ul'el i e se let torc normale, uomo delln stra< a - come am.1 clc[inJrsi, - Ja rifuggfrà, i mjei personaggi malignit mcUinmo Alberto Sfn•inio o Longancsi (che sta preparando un numero di •Storia ... dedicato al cinema: mille fotografie, ottocento pagine, 5cic,.-ent.oarticoli, novantaseUC' trnduzionj, due lire), diranno che si trotta di un rifacimento letterario e polemico dc « la palestra dei lettori ». Ananno rogioncj le nostre dia1ribe volgono le O( cartol.inc del pubblico ,. a ,•enti lire l'una, i nostri « inviti ,. sooo i !« motti di spfrito • J l'opera di offinncnmcnto che s,·o~~iamo su e: Cinema », su « film •, su O( Brnnco e nero » (giornalismo pseudo colto, che il fondo lc-tterario inquina) non è che l'aneddoto buono per una citazione. Siamo - anche coi « numeri unici » - aUe documentate esercitazioni. alla cnlligra!ia, oi «si dice», e non al dnema: il cinema non si In con scritti e teorie, non si prepar~ un film seguendo un programma estetico, e na• turalmcntc è bene dirlo ancoru, j) cjncma lo fanno <1uelli che lo fanno: le immissioni di nuovi nomi sono· svolte çon pratiche lentissime, e per il nostro cinema si tratta dj eccezione, di avventure cbc finiscono in •trovate», in improvvise felicitò che pcrchè mantengano lo spessore di questo duruta è necessario siano j) meno possibHc frcc1uenti. li nostro cinema, non è quello che chfodono i collaboratori <lj « Film » o Bartolozzi su « Quaclrivfo • o Gianni Puccini e Ugo Casiraghi e Peppe de ~antis su « Cinema »1 _no~ è l'opera dJ un Lauuadn, non e 1I film di J.uchfoo Visconti, bensì il pro• dollu delle officine \cgroni (non :-.i bb..tgli, non nbbiomo intenzione ai rife• rimcnti annonari coi prosciutti "egro• ni), ,!elle oUicine Cinecitbì: ov,·ero: Amato, • Luisa Sanfelice •. Bossoli, Cuuzzoni, Sculern, ., C'otcnc im isibili • etc. Quando si discute, si griclu e piange per un cinemn italiano, per uno stile italfano, J>er tante altre cose che dovrebbero contribufre a fare ddla produzione italiona qualcosa dì parlicolllrmcnte proprio dell'Italia, si è in pieno errore di competenza, si manca cli ccn• tro preciso, non si è saputo giudicare, non si è stati a( cinema, insomma: perchè h1tto quclJo che s1 fa in Italia è proprio cinema italiano. « I promessi sposi » era J' errore; e Incendio ò' Odessa », €! cosa italiana, non O( La bella addormentata ,. . I.a mancimzu d"i gusto, il puritanesimo rradicio di certe situnzionj («Cntene in\'isibili») la mah,[ede d'una pro• pagnndn sbagliata ( «Noi \'ivi• e «Dengasi1o), la pacchianerfo presuntuoS{a («Corona di ferro» c l'annunciato -.:Or• lundo furioso•), lu culturn arraffat.n sulle buone riviste straniere (•Fari nella nchbin» e O( Perdizione»), il baroc• c:h_ismo ciel cattivo gusto ( «Marco Vi• sconti». « J <.luc foscari») con tutti gli ccccter.1 t.he comporterebbe s.imile catalogo <'Oll le precisazionj che II tale elenco' dovrebbero uffiuncal'si, tut• to c1ucsLo (; il cinema italieno, se ne roccia o no l'ill(Jjce. ~oi siumo uJlo stesso \>unto del dopoguerra passato, quando e fabbriche del cinema chiusero perchè sopra\'vcnhra In dccadenzu. La sihrnzione è la stesso; con in mcnv, per i 1.n·oduttori, che le fabbriche re- .stano aperte, e .loro i produttori fonnv il loro comodo (e fanno bene, se anch'io Fossi produttore fnrei Care- i miei film a Mario Mattoli, a Alida Valli, al bel Segato (Massimo Scrato doè) e Carmine Gl\llone, i tJ,attatori del cinemo italiano i ma , crrù il giorno che potremo fucilarli sci -ore al giorno, con rucili di e.urtone .e soldati t.inti?), - e in più molta fantasia dn parte dj chi crede ol cinema ,e se ne augura uno Da ",Luna di miele,, di E. Von Stroheim proprio. ad usf, ;,nd1c· del pubblit1,. Da molti anni, inutile rifar la sto• ria, .si chiedé' l'immissione di ~ente nuo,n e tonjficati:icc e piena di intd· ligcnzn nel cinema: cln anni noi lumen• tiamo che il nostro dncma è men•> di quanto ci nspeltinmo da lui. Dun• <1ue, qunlcosa non funzionu. Perchè non si incnrica un poliziotto p1·ivato ulmcno un poliziotto cinemutogra rico cli indngnre <lo"'è il mnlo nocciolo? Possiamo continunrc II vedere \laesta·ine sullo schermo o Don Ciornnni o Senmpo1i e Pirati dellu \falesi:t? r: certo che questo non n\'vcrrà: mJ 1>oichè il cinema italinno è <1uello clll• è, ooi per unni uvt·cmo i J>Crsonaggi ricorrenti dellu storiaputria, deUa bassa lettcratur;l, ddl'oppl'nclice giornalistica \'i,i di stagione in stagione suHcschcrmoj '-' <omc ubbhuno iwuto una rif'. dizione dei O( Promessi sposi», de11~ «Due orfane-Ile» e «I due Foseari» e •1l po,·cro fornaretto di Venezia», o «Dogli Appennini alle Ande», noi continuc-t:cmo ad avc1•c perchè no la ri(•• dizione di «-Hacio di donna», •Danw di cuori• e (almeno nel combio guadagneremo in ilarità), «Tontolini e la ser"a µadrona•. f..cco - cinema italiano foturo. · E tutto <1ucsto dovrebbe comincc-rd dellu inutilihì di a(fidorc alh, enrta .alle rubriche ai gior1mli il nostro interc-ss"" 1,er il cinemu. ti quale mi ha ..,pinlo <1ualch<' lcm1>0 addietro, su suggerimento dj Rosario Leone, ad Of•tuparmi nelle maniere più , ili di una inchiestn la <1uule appari s1,tto formo di inter\'iste su «Cinema ... Erano cose quclll' che ,cnivo 1>~hblicundo - tunto inde~ne che n un momento non ebbi nemmeno il coraggio di firmurle, a, rei voluto avere In frusta. ma pensai: «diranno che sono un ricattatore?». Fa('evo di YOltn in ,oltu tali scoperte da nrrossfre quondo dO\'l"\ o scriverne: allu Scolcro il dr. t-·crrara ebbe il coraggio clj 1>nrlMmi di O( For• ~~~!~c~: 01:ì: io è pc; At}~cl!~uu 08 ~no~i'!~! e greve rifacimento di più film ingle~i tedeschi russi; Bassoli mi conressò che «Bengash sarebbe stoto un Ulm storico e una lezione (a Venezia, n tu per tu con lui gli cspl'essi invece la mia ammirazione, spcra\'0 almeno di essere assunto come regista), etc. Fu una corsa all'insuccesso delle mie spe• ranze, e di quelle dì «Cinema•. Ognunn di coloro che intervistavo aveva cos"" geniali da dire che poi si risolvevanu nel considerare. il cinema jtalinno orn alla pari della cunzonctta napoletana (perchè si ricon(,sce subito), ora come un annuario di storia e un indice del romanzo· in costume. E le intcn•iste che avrebbero necessjtoto di una con• elusione, di una chiusura, restano una commemorazione del cinema itaUano Sf'· condo le nostre speranze i nostri dl•· desideri. C O D A (pet COC'rcnzu col titolo) (ma per d1mostrere che è inutile discuter di cinema: - primo: perché ae a tu per tu con Chiarini Barbaro Peppe de Santis e Pnsinetti si dicono cost' buone e intelligenti, il cinema non è da toro che viene perchè non essi ne 60no gli organizzatori; - sceondo: percbt" - e si veda sotto il pubblico , a al cinema in ogni modo, dicn bent>- o male di questo nostro cinemn). ---- Fondazione Ruffilli - Forlì

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