l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

L'Europa Nei numeri passati ahbiamo esaminato le forme e i tem– pi -della crisi ,dello stato nazionale europeo e l'abbiamo ,prin– èipalmente •individuata nell'esaurimento ,stori,co di quella· cul– tu~a d'origine illuminista, che .avev~ dato l'impronta àllo stato nazionale contemporaneo, nel progressivo idenfrficarsi degli interessi materiali e spirituali delle varie nazioni europee ,di fronte ai ·peric·oli esterni ,che le minacciano ed infine nell.a ormai Jaggiunta consa·pevolezza ,di unità ,civile, ·quale ormai l'iEuropa tutta manifesta. Gli attuali stati europei :r·appresentano quanto sopravvive della vecchia Europa giacobino-liberale che dimostra nella. maggior parte dei casi la propria impotenza di fronte alle nuove forze che ormai• dominano la scena mondiale. Quali sono in questa crisi storica le prospettive che sem– brano aprirsi davanti alle nostre antiche nazioni? Una· Europa fondata sui p-rincipi materialistici del de– bole ,compromesso •socialdemocrntico non potrebbe alla lun– ga che preparare la strada alle ben più solide e radièali pro– spettive della palingenesi sociale comunista. Ma anche se un moderato socialismo potesse garantire all'Europa occidentale una autonomia politica dal comun1.smo sovietico, l'imposta– zione materialistica della vita •europea farebbe scadere la storia della nostra .Europa, già culla delle più nobili espe– rienze spirituali, ad un deteriore progressivismo sociale ed economico. Un aspetto concreto della crisi delle società na– zionali dell'Europa occidentale sta proprio in questo dele– terio utilitarismo liberale e in questo sterile materialismo socialdemocratico. Se la futura vita della società civile do– vesse delinearsi come condizionata in maniera determinante da ·una cultura ossessionata dal pro·gresso economico e scien– tifico, da problematiche sindacali ed assistenziali e magari dalle questioni delle aree sottosviluppate e· dalle navi spa– ziali, si potrà veramente dire che la nostra esistenza sarà ri– dotta a pove-ra cosa e che le speranze per la vita spirituale dell'uomo saranno le più oscure. Il mondo va certamente ver– so un periodo di rapido sviluppo economico e scientifico ed in maniera più o meno 'efficiente i governi promuovonQ una politica più idonea a garantire un maggior benessere ecoµo-. mico ai popoli. Ma né la liberazione dal bisogno, ne un più alto tenore di vita. potrà mai concedere all'uomo la soddisfa– zione .delle sue più veTe esigenze, ché nessun uomo o classe sociale, per quanto ricca e dedita ai piaceri; ha mai conse– guito per questa via la felicità sulla terra. L~Europa oggi può scegliere fra una strada che sarà quel- • la della mediocrità, del numero, delle statistiche, del1e masse ·senza nome, della vita vegetativa, del mec~anicismo economi~o scientific!) e quella della dignitosa consapevolezza del pro– prio passato, del posto singolare delle arti, della cultura, della scienza, come vittoria dello spirito sulla materia, ma soprat– tutto quella di una visione finalistica e religiosa dell'esisten– za umana -che per noi europei signific;a rinnovata fedeltà alla Fede ·cristiana, e~alta lo spirito sopra la materia, l'amore sopra il solidarismo e l'umanitarismo, la vera fratellanza cri- • stiana sopra l'umanesimo, la pace dello spirito, senza la quale non può esistere vera pace fra gli uomini. Questo è il contesto entro il 0 quale la società civile euro: pea deve acquistare fa sua consapevolezza; ma tale contesto·' spirituale non deve considerarsi una astratta aspiraz.ione poi– ché da esso pu_ò trarsi una dimensione politica, la quale dia • un senso, coerente con questi principi, alle istituzioni poli– tiche della nuova Eurnpa e stabilisca il significato e i nuovi compiti dello stato nazionale. , ...... . Una società civilmente organizzata si caratterizza e si • C{llalifica in relazione a1 fini che essa persegue, Tali fini sono e lo ,Stato di Paolo Possenti I sia di ordine Spiritualé che di o~dine materiale, perché, se è vero che il- primo posto in ogni ,società deve essere occupato, da1 momento etico-civile, non mrnoi:e importanza rivestono sia il •progresso economico che q ello scientifico, perché al- i trav~rs~ queste vie di ~rogresso econo1;11~coe scientific_o .~i reahzz1 quel benessere 11 quale· ,e eond1z10ne per un d1gm- l toso viverè e per un ordinato svih ppo dei valori della civiltà. Tuttavia è certamente nell'ordine logico e pratico una ·scelta di ordine morale quella che ind rizza l'uomo a scegliere le forme e i tempi dello sviluppo ci, ile. Nel linguaggio eorr~nte questa scelta si esprime comuneD!lente quando si dice « fare della politica ». La politica è per~anto uno dei momenti più nobili dello spirito umano, perché essa realizza i fini più alti della· società civile che sono Jia determinazione del rap– porto fra libertà e autorità, la 1 aranzia della, sicurezza in– terna ed esterna della comunità i la tutela di alcuni fonda– mentali ,diritti indivi?uali co~e l famiglia, la ~r?prietà, ecc. Questo e un punto d1 grande imp rtanza perche m epoca re– cente sotto la spinta di una dif1usa cultura utilitaristica e marxista si tende a concepire cofe politica tutta una serie di azioni pubbliche e private che! riguardano principalmente il settore economico e poi quello !cientifico e burocratico. Ma l'azione in questi settori, srppure ' suscettibile di influenzaTe l~ sfera politica. non costituisce d" per sé un comportamento politico in senso proprio, ma sp, cie qualora soggetti attivi siano organi dello stato, potrebbe più esattamente ch1amarsi - azione amministrativa. :In effetti ll'interno di uno stato è di grande importanza una seria ed bnesta attività amministra-· tiva, che, tuttavia, dovrebbe rima, ere sempre subordinata e strumentale rispetto alla politica. Quando le due sfè;e ven– gono confuse ed i fini amministrat;vi di uno stato ( economici, magari scientifici e burocratici, ecc.) vengono confusi con quelli politici, e la politica è di torla per procacciarsi van– taggi amministrativi, ciò vuol di e ché la vita civile è cor.– rotta e· che non è più in grado e i perseguire i fini politici della società civile. Cosi il rapp rto tra libertà ed autorità diviene rapporto tra demagogia poteri ( o gruppi di pres– sione ,secondo un termine oggi di fuso), la sicurezza interna ed esterna o non ~'è. o non è gara tita in maniera autonoma dallò Stato. Una tale situazione p, ò maturarsi sia .per scarsa virtù di uomini politici, che per i naturale esaurirsi dei fini e del"'significato s~orico di una e c:;terminata istituzione giu– ridica statale, sicché i fini vitali I ella società civile, in altre parole le garanzie politiche, 1io possono più -venire dalle vecchie istituzioni, ma -da rinnov· te strutture civili. E' iuor di dubbio che in ·questo moment lo stato italiano come ali • " altri stati nazionali europei da s li, isolati entro la loro so- l v_ranità, _non sarebbero 'ma-i i? gr· ~o, ad. es_empi~, di_ garan-. i tire la sICurezza esterna alle nspet 1ve soc1eta naz10nab e spe- 1 cie in Italia fo:~,1e.neppure ~l ra po·rto. fra _libertà_ e potere •.potrebbe ~arantirs1 a lungo m un paese usc1to or e qualche lustro da una lung.a dittatura e m ·nacciato ancor oggi da un polente partito. comunista, dal q ale traggono forza mate– riale e politic~ tutta una serie di ormazioni partitiche. Anzi' direi ,che sotto questo profilo la ituazione politica italiana sarebbe già da tempo forse irrimediabilmente compromessa, se la partecipaziòrie ad alleanze . trattati col mondo libero non ci avessero permesso una ehi. ra scelta nel campo della libertà contro la tirannide, ed u a forma di opposizione a . pressioni interne ed esterne contr lo stato democratico. Tut– \tavia è stato sufficiente un breve eriodo di incertezza negli ...•lsvilu.ppi-.iutem.a~onali,--è -bastato c. e una ·ambigua ed elastiea jparola, la ,distensione ed altre ui ovre del ,marxismo inter– nazionale, avessero ,concesso fanta.iose ipotesi di impossihilì I I I·

RkJQdWJsaXNoZXIy