l’ordine civile - anno II - n. 15-16 - agosto 1960

/ bi I LETTERATURA •.E COSTUl\iE "La Voce,, Periodicamente la cultura italiana sente ,[a ·necessità di -rito,rnare a medi– tare sul sign,iJfica~o,sull'i•m'portanz,a, sul-' la funzione ·di •qlfe:lle rivi-ste che videro la luce -nel primo ,novecento e che nac– quero e ~i·ssero nel segno ,della rivolia. Periodvcamente, 1 0.gnvqualvo•lta la cap:pa del corofor.mismo, -il pericolo della uni– formità, l'inclinazione •a bizantineggiare • si manifesliano in 'tutto il loro grigiore e nel foro senso di crisi e di stagna– zione, ,la cultura ì,talictna avverte l'esi– genza di riarvdar't a quella stagione del– lo spirito, a quella primavera della co- . . l I scienza :naz-iona e. Era .[',inizio dbl secolo: il mito rdel pTO'gresso iZlvmitato, •del pro.gresso in– teso come po.rtJatore -di -benessere e d·i feli'cità, si diffonde-va nei vari strati del– la società. Si era nel 1 pieno fulgore della "belle époque": I in qu~llo spazio di tempo in c,ui l'uomo ·sem 1 brò volere. al- l d , I . • . • t 01nJtanare a se ogni •pensiero ·tr-ise, ogni preoooupaziJoné :del 1 domani, o,gni discorso su 1 q-uel ,vive ,sareb,be ,stato o avrebbe potuto, essere .l'-av-vénire. • Gl-i uo·mini p~liti-ci, da parte loro, speravano ,di riu~c-i:re a ·mantenere l'e– qui-librio europeo e a tenere a bada le nuove forze ,c,he si affacciavano alla sto– ria dietro -le bandiere rosse del sociali- . smo: dietro quelle bandiere/ che ,dove-. vano apparùci core e~pressioni di uma– na ,disperaz-ione e, -al tempo stesso, co– me il simbo:Io della cmdeltà e del– l'odio. In Italia, si salutò nel novecen'to il secolo dell'indipendenza e della libertà nazionale. Unita la penisola, nello spi.– rito prima ,c-he nelle nuove istituzioni sante coin fo Stato unitario; unito -m.oral– men,te ,il paes,e, accorreva ora provv:e. dere a ·dar vita -wd una classe dirigente che sapesse interpretare i bisogn'i del– l'ora e sapesse dare alla• patria forza e prestigio. In questa realtà ,di ansia e di speranza si forgiò ,quel gruppo ,di giova– ni. intellet-tuali ardimentO'si che di·edero v.itJa,guidati rda,Giuseppe P~ezzolini, al– la rivista 1 'La Voce" o,gg( r,ipresentata al pwbbrlico, attraverso ·la selezione dei miglio-ri anticali ~ saggi, in un a·mpio, ricco ed elegante volwme edito da Eiromidi. Essi posero i pro·blemi nelle lor-0 esat– te di·mensioni :• se si voleva . dare una struttura organica ,aZ.Za società ita1iana, se si voleva ·impri!'"l_ereal paese ·un .volto morderrio era nercessa·r,ioguar.dare avanti e non indietr-o, occorreva muo-ver,si e non esaurire .l'azione neNe bi-bliotJeche o nelle aule parlamentari. La vita diveniva sempre p·iù comples. sa; l'esistenz-a u_tnana pres·entava ogni • \., . giorno ·nuovi elementi ,di sviluppo, di indagine, di meditazione; le vecchie fi– losofie crollavnno 1 miserqmente sotto •il peso della. foro ,superbi~; il mmantici– smo, nelle sue eistre'f!l,e 1 propag.gini, ran– tolava, •ment>re,da •più pa•rti, da coloro ch•e si sent·ivano più vivi e più freschi di energie, si elevavano parole di inci– tamento. a non istieri:lirsi nei fogori sche– mi sociali e politi·ci, -~ non contentarsi di anti•quate ;cl_efinizioni. I giovani inteUettuaZi italiani non po– tevwno e non volevano ,chiuJdersi nelle biblioteohè: .il loro ,dovere, il co,mpito che ess,i do-ve,vano as:solvere, era diver- So. . All'intellettuale 1 spettava ·essere in· prima ·linea 'per indicare e rendere fa- , cilmente praticab·ile •la strada che poi • gli àl'tri avrebbero percorso. L'intellet– tuale - puntuq,l,izzava Papvn;i - "non deve solo -conoscere e ,accettare il mon– do, ma deve salvarlo, trasformarlo ed accrescer.lo . Salvarlo con la ricerca del particolar.e e dell' aUiv,ità, trasformarlo con la ricerca ,di ,nuovi modi ,di cono– scenza • e accrescerlo con ·la cr.eazione di altri ~ondi ... Molti problemi metafi• sici non si r-isolvono ·che con -l'az.ione". Era la guerra dichiarata_·contro stinti costumi, tri'te abitudini;- era aperta b·attaglia a-Ue inaridite ideoloigie, ai de– clinanti modi di intenJdere la vitJa e la cultura. Le idee non erano -ancora del tutto elaborate: non tutto era chiaro neUo spirito Idi quest.i giovani ri·belli Ma essi sapevano che, proprio nello • sco.nt> ro,co·n ·i passatisti, .era possibile f or,gi•a,rsied acquistare .p_iena co:scienza della :propria !missione, -deUe proprie re,sponsabilità. Non ave-vano aZcun peso, quindi, le c~ntraddiz-ioni ,che talvolta si manife– stavano; non erano ç,i ·alcuna vnipo:rtan– za le lacune e le deficienze che si ,po– tevano riscontrarie in c,erte impostazioni ed -in certi !pro-grammi. L'importante, • l'urgente, l'improro;gabile era la lotta per spazzare da·l campo .i moduli ideali e tutte le manifestaz-ioroi dii quella -cul– tura che si ,era esaurita nella supersti– zione raziorroali:s-ta. Una mobilitazione di intelligenze e di volontà fu, ,quirodi, af.la base ,del f e– nomeno culturalè de "La Voce". Oggi si' ritorna ancora una volta ,a quel pe– riodo, si riport>a ·la mente a quel par– ticolare momen'to in cui si tro,vavano giovani intenzionati a .non · cedere e -di– s.posti alla più completa ·abnegazione per rendere sempre ·p·iù ampi gli · oriz-. z.onti alla cultura e a· tutta la società italiana. Ed ,è un bene -che nell,a crisi attuale ci sia qualcuno che mediti su questa valorosa esperienza. Mentre ·l'a /etterafJura e la filosofia si contorcono nelle p,iù _stran·e elucubrazioni, rivivere una ardita avventura del pensiero è un mezzo, 'tra i ,migliori, per cercare la via che òggi debbono seguire quei pochi - o quei tanti - che ,non -vo-gliàno pie– garsi alle regole della massiJfica,zione. FAUSTO BELFIORI QQESTIONI Maritain -e la legge naturale « Si da, in virtù stessa. ,della natura umana, un ordine· o , una disposizione che .Zà ragione umana può· scoprire e se– corvdo cwi la volontà umana deve agire per conf onmarsi •ai fini necessa,ri del– l' ess'ère umano. La legge -non scritta o diritto naturale non è altra cosa che questo>>. (]. Maritain, Les. droi.ts de l'homme et 1a loi naturelle, Paris, 1947, p. 64). « La fede' in questa -legge è più for– te in coloro che credono in • Dio che negli altri: Tuttavia, di per se; è suffi– ciente credere alla • natura umana, ed al– la libertà ,delresseri/ umano ·per· sapere che il ,diritto naturale è qualcosa di co• sì réale nèl 1 l'ordine morale che le .leggi di crèscita e di invecchiamento nell'or– dine fisico >l (ibidem). Oi pare che ·questo testo del pensa– iòre francese irodichi -chiaramente il suo punto di distacco -dal pensiero' cattolico tradizionale e da ,quello tomista in par– ticolare. La .le.gge naturale è qui intesa co,me un' insie.me di ev,idenze • naturali attorno ai comportamenti conveT1Ji-éntialla na- turà ·dell'uomo. • • Il concetto ,di legge naturale può còsì essere ,reso irodi.pendente dal concetto di Dio come Fine Supremo e come Si– gnore •del mondo. M aritain ammette certamente 1a de– rivaz-ione di tali eviJdenze .pratiche dal~ la sapienza di Dio c·reatore : .-ma non è al concetto di Dio Fine e Signore che egli sì riferisce per fondare la 'loro' ca– pacità ad abbli,gare. P.ersino l'ateo per Maritain, ,può giun– gete ad un ·concetto coerente di -legge naturale. Se dovèssimo riallacciare . questa po– siZJione ,inaritainiana ad una scuola fi– loso,fica, - ,potremmo. riferirla· al kanti– -smo, poiché eviderotemenfJe in ambeduè i casi si assume la natura come causa suNiciente ,d_iuna legislazione morale. Una ragion pratica immanente alla natura e:d avente eàrattere di postulato ìnJdimostr-ab,vle è -la sala capace di dwre

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