l’ordine civile - anno II - n. 12 - 15 giugno 1960

b Il nostro Una nuova tendenza europeista, nell'ambito dell'allean• za • atlantica, va prendendo consistenza per iniziativa della Francia. • La necessità di cc rifare >> l'Europa, arrivata, con l'ul– tima guerra, al punto massimo ,folla sua disintegrazione, si • impone, d'altro lato, in maniera sempre più netta alla co• scienza dei popoli europei. Nell'Europa postbellica, inte1·a• mente legata dagli alleati vincitori agli interessi della loro politica extraeuropea, soltanto alla Francia, come semi-vit– toriosa, è stata lasciata una certa autonomia di movimenti. E la Francia ha compreso ora, per merito- di De Gaulle, che il suo posto è nel nucleo storico dell'Europa continentale, erede diretto dell'impero inedioevale di tradizione romana e cattolica; e che l'alleanza tattica nordatlantica non può e non deve disintegrare quel nucleo, la cui compattezza è, an• che per essa, una ragione vitale. La sua ricostruzione ,è nel– l'ordine delle possibilità. ·Ma il richiamo e il ritorno ai va– lori morali ideali e storici, che già ne cementarono l'unità, è indispensa<bile alla sua rinascita come alla sua vita. Senza di essi l'Unione europea diventa ùna chimera, il miraggio di una impresa senza speranza, oltre che senza senso, una pura denominazione geo'grafica, applicata, per di più, in maniera incompleta. La civiltà che l'Europa seppe unitariamente esprimere, come reincarnazione di quella classica, vivificata dalla forza • rigeneratrice del Cr~stianesimo, conobbe ben presto la crisi della Riforma religiosa,. come prima esplosione della bufera razionalista che l'avrebbe poi pro-gressivamente corrosa fino a minarne le fondamenta. La Riforma interruppe lo svol– gersi della nostra civiltà, dopo aver scisso la compattezza spirituale dell'Europa, E creò naturalmente, come ogni er• rore, le premesse di ulteriori future divisioni. Oggi si incomincia ad intravedere ed a sperare che la frattura possa risultare alla fine, anche se lunghissima, sol– tanto temporanea; che il distacco sia destinato ad essere colmato; la ferita risanata; l'unità religiosa dell'Europa cri– stiana ricostruita. Ed è anche lecito sperare che la sua unità spirituale si ricomponga sul· perno di quella religiosa ; e co– stituisca il fermento per la sua unità politica. Ma forse una via diversa è stata stabilita dalla Prov• videnza a questa riunificazione ; una via forse più lunga ma certo infinitamente più grandiosa. L'evento meravi·glioso che deviò il corso delle conquiste politiche dell'Europa, ·ebbe tut– te le caratteristiche dell'intervento soprannaturale che si esprime in maniera più tangi'bile nei momenti decisivi della storia dell'uomo. • La Provvidenia che non disdegna ma assume e valo– rizza, quando pure non suscita le ra-gioni storiche, foce sen– tire allo scopritore del nuovo mondo quella stessa misteriosa mistica vocazione che già aveva suscitato e sorretto l'eroica azione ,cc patriottica » di S. ·Giovanna D'Arco per il destino della Francia. Colombo ebbe sempre fortissimo il sentimen– to della sua missione, e vide chiaramente con 1a intuizione della Fede di essere stato lo strumento di un Volere supe– riore, l'esecutore di un disegno provvidenziale. La scoperta ,dell'America avveniva in un momento di eccezionale (ma anche pre.cario) fulgore della no-stra civil– tà; e si legava interamente alla storia dei popoli iberici, che, a prezzo di una lotta plurisecolare, ne erano rientrati nel– l'orbita, e, con la forza del loro spirito cc crociato », si ap– prestavano ad assumere la duplice missione della difesa e della espansione. Senza quell'evento imprevedibile· è possi– bile che la Spagna_ avrebbe proseguìto nell'Africa la sua cc ri– conquista » riuscendo forse a rinchiudere nuovamente nel atlantismo di Antonio De Sanctis e< complesso mediterraneo » l'area di questa nostra civiltà così come era stato sotto l'impero di Roma. I paesi del cc nvovo mondo )> assorbirono dunque dai loro colonizzatori spagnoli e portoghesi tutte le caratteri– stiche che questi avevano. maturate in una lunga tradizione di civiltà romana e cristiana; e che andarono così ad inne• - starsi e svilupparsi liberamente su un fondo ambientale, e in parte anche umano, di freschezza nativa, sortendo a nna nuova spiritualità più rozza ed immatura certamente, ma anche più ricca di giovane vitalità. Di fronte al-la civiltà del nuovo mondo, appare evidente la maggiore « no 1 biltà » e la maggiore complessità della spi– ritualità europea. E anche un certo valdre esemplare che hanno, per quei paesi, le vicende politiche della antica (C ma• drepatria ». Il loro dibattersi continuo tra rivoluzioni e dit– tature personalistiche esprime in maniera· più esasperata ed ineomposta, perché più esuberante e più ·rozza, la nostra ri– cerca deU' cc optimum » dell'ordinamento politico; e riflet• te, anch'essa, una ben ma,ggiore profondità dell'esigenza mo• rale in confronto alla superficiale c festaiola cc democratici– tà » infantile del-l'America anglosassone. Anche il foro costi– tuirsi in stati autonomi si è realizzato contro gli antichi co- •Jonizzatori ma caratterizzato dallo stesso e< animus » poli– tico che da essi aveva ereditato. I <e libertadores » -erano i continuatori dello spirito crociato spagnol~, i lontani e più semplici discendenti del e< Cid ». Sono i figli arrivati a con° quistarsi l'indipendenza da una famiglia a cui non cessano di restare legati con tutti i vincoli dello spirito e del sangue, i quali anzi finiscono inevita'bilmente, col tempo della ma– turità, per riapparir-e, ancora rafforzati, in tutta la loro v_a– lidità. RiaUacciarsi al vasto complesso dei paesi latino-america~ , ni -comporta per l'Europa, prima di tutto reintegrare se stes• ·sa; -comporre nel suo seno 'le divisioni,. riallacciando-si ai v-a– lo.ri ·di civiltà della sua tradizione latina e cattolica. E com– vorta considerare i.nnanzi tutto come quel riallacciamento 1 assi necessariamente e direttamente per la Spagna e il Por• togallo. L'ingiusto ostracismo che in nome di una reaziona– !.·ia mentalità cc antifascista » noi continuiamo a decretare alle due nazioni latine, oltreché una ingenerosa sciocchezza, rappresenta un vero e p1·oprio concorrere, sul piano interna– zionale, al suicidio politico dell'Europa (~, in primo luogo, ; proprio. dell'Italia); e significa inoltre disprezzare voluta• 1 mente una possibilità che, malgrado i nostri errori ·e la no– stra cecità, continua ad offrircisi tuttora imp-regiudicata. I due paesi i'berici, rinchiusi nel loro isolamento europeo dal– le avversità dell'ambiente esterno, non ?anno tuttavia svi– luppato separatamente i loro legami coll'America latina in una qualunque direzione oppositiva agli interessi del resto dell '·Europa. Il concetto di cc hispanidad », che la 1Spagna ha cercato di richiamare per suo conto ai suoi discendenti d'oltre Atlan– tico, non esclude ma 1 postula, e, in certo senso, sottintende quello· più ·vasto, ·e in fondo più vitale del[a latinità. L'aspirazione ad una unione europ6a fondata sul nu– cleo dell'Europa latina e cattolica costituisce l'esigenza pri– ma e più profonda della. nostra vocazione cc atlantica ». Il nostro atlantismo presuppone l'europeismo latino. E si ri• volge, come al suo secondo termine naturale, ai paesi latino• americani; pèr poi da questi indirizzarsi verso l'America anglosassone. • , Il Norclamerica possiede anch'esso un fondo di coloniz– zazione spa-gnola non certo del tutto cancellato. E quei pae– si sono infatti politicamente più vicini alle nostre posizioni

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