l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

LETTERATURA E COSTUlVl Canzoni per intellettuali Uno dei leit-motiv dei Catoni di oggi, un leit-motiv da giorni di vigilia, quan– do scarseggi,mo più vistose occasioni per ripetere il tradizionale « O tempo– ra, o mores », è costituito dalla critica alle canzonette. Se quello delle canzo– nette - dicono i nostri censori - non è mai stato il genere preferito da Pla– tone o Aristotele, dai pensatori e dai poeti, oggi come non mai questo soffio musicale si è degradato ad ospitare vie– ti luoghi comuni, insipide smanie d'a– mare, scontate lodi a qualsiasi nome femminile si presti a facili rime, quan– do addirittura questa briciola di melo– dia non si sperde in una anonima tra– ma da strilli, m un pretesto per eserci– zi di gola. La stampa di sinistra, sempre origi– nale in materia di diagnosi culturali, arriva perfino a teorizzare iquesto stato di cose e a riconoscere che la colpa di tanto vieto malcostume canzonettistico è tutta ,dei cattolici che stornano la vena sociale e satirica dei nostri prrro– lieri verso l'elogio del sesso e dell'amo– re con immancabile lieto fine matrimo– niale. I primi a sdegnarsi di fronte a un televisore pieno ,di Uallara o scosso dai singulti di Modugno sono i soliti cc intellettuali », malcontenti per voca– zione, · inquieti per m1ss1one c1v1ca, sempre pronti a fare le Cassandre p~o– nosticando un ben triste avvenire cul– turale per la nazione italiana. Ed eccoli serviti i nostri intellettua– li: un teatro di Roma ha ospitato~ per qualche sera uno spettacolo di canzoni già felicemente collaudato a Milano. Laura Betti, una cantante in gramaglie che forse ha scambiato per esistenziali– smo il languido far le fusa del gatto– di Sartre, ha interpretato alcune canzo– ni su parole - udite, udite! - di Al– berto Moravia, Mario Soldati, Franco Fortini, Goffredo Parise, Fabio Mauri, Pier Paolo Pasolini ed altri, cioè della « meglio gente >> della letteratura enga– gée italiana. Immagino che i nostri ar– t.isti della penna avranno fatto scivola– re i propri foglietti di bella poesia sulla tastiera del compositore con quel disin– teresse liev.amente seccato con cui Giot– to disegnò il famoso cc O >> dinanzi agli occhi stupef!ltti di _chi voleva mettere • alla prova la sua valentia. Diceva Cro– ce che anche in una parola può trovar. luogo un grande poema. Così, novelli Mida, i nostri grandi trasformano in oro tutto ciò che toccano : rom~nzo, poesia, cinema, critica, versi per can– zoni, slogans per dentifrici ... Si può ac– cusare di imbecillità il paroliere Verde o Nisa o non so chi, ma Moravia è sacro, la Musa si ,è impegnata a baciar- a lo in fronte per contratto, qualunque cosa faccia. ,Ed eccole, queste canzoni, questi ver– si tutti tronfi d'intelligenza,queste pa– role che sembrano ,dire in coro : cc Sen– titeci, sentiteci, siamo originali, eccen– triche, poetiche .e - sottovoce - an– che un pochino spintarelle >>. Dice Mo– ravia nella canzone cc Mi butto » : cc An– noiarsi sarehbe anche .il meno / se non mi annoiassi di annoiarmi. / La noia da sola è già brutta, / ma la noia ;della noia è peggiore, / quindi è certo che un giorno mi ;butto! ». E Mario Soldati, con una facilità di versificazione degna di un provenzale : cc Ho letto con ritardo / Lolita e il Gat– topardo. / Così passai l'estate / tra spe– ranze infonda-te. / Perché non scrivi più? / Mi ahbandoni anche tu? >i ( si noti l'uso logico di cc così » e cc anche »). E più avanti: cc Tempo ne ho d'avan– zo / Sto scrivendo un romanzo. l> ( Improvvisamente scatenatasi alla lettura di ,questi versi la nostra vena poetica vorrebbe proporre a Soldati i seguenti spunti: « Ho letto il Bell'An– tonio / è nato un pandemonio )); cc Non avendo altro svago / Lessi il Dottor Zi– vago >l ; « Ho letto Il prete bello / è morto mio fratello »). Non stralciamo da Fortini e Mauri dato che è impossi– bile isolare tre o quattro versi non in– tessuti di finemente celate volgarità. Ecco le canzoni per intellettuali: so-· fisticate, travestite da intelligenti, con il gusto per l'equivoco elegante, I?er la volgarità ammantata di stile. Saremo dei semplici ma ,è con gioia e nostalgia che pensiamo alle banalità « chiare e distinte » dei nostri parolieri, alle pa– role placidamente ,procaci con cui una canzonetta CO!DPOSta,da un minatore celebra una ragazza di nome Marina ripetendo: « O mia bella mora / no, non mi lasciare, / non mi devi abban– donare / no, no, no. ll. L. c. Scioperi e serrate Leggendo il « Metello ll ,di Pratolini, ciò che più toccò la nostra sensibilità (non soltanto letteraria) fu il raccontq del lunghissimo sciopero cui si sotto– posero, in tempi ben difficili, gli operai edili ( se ricordiamo bene) di Firenze. Oltre cento giorni { o molti di più?) di· astensione -dal lavoro, con la fame -den– tro le case, con la prospettiva che tutto poteva esser inutile, ,con la galera alle spalle, con la so1idarietà che fioriva me– ravigliosamente ed e_ra solidarietà o:pe• raia, fatta di sudore e sacrificio e di lagrime e di sangue. Era, quella di Pratolini, una autenti- ca storia italiana, cupa e ·piena di spe– ranza come sanno esserlo le vicende del nostro Paese, come lo furono, special– mente, agli inizi del secolo i moti operai e le fucilate regie. -Ci tornavano in mente quelle pa-gine, leggendo, in ,questi giorni, sui giornali le drammati,che notizie dello sciopero degii atto_ri della RAI-TV. Pens,ate: l'Italia borghese e proletaria è rimasta senza Musiehiere ! Gli attori sono stati capaci ,di alzarsi di domenica matÙna alle dieci ( evento memorahile) per par– tecipare ad una tumultuosa ,assem 1blea di categoria in cui degli scalmanati han– no avuto il coraggio di offendere l'eroe nazionale Mario Riva. Dal canto suo la direzione della RA1I-TV, con un gesto pieno di coraggio e degno della mas• sima •ammirazione, ha licenziato· tele·– grarfì,camente, in tronco, tutti gli attori a ·cachet, colpendo in modo particolare quelli ·di secondo piano e riservando un diverso trattamento a ,quelli cui si deb– bono le trasmi&sioni di successo. Tir~n– do fuori, inoltre, l'asso dalla manica, la RA,I ha fatto sapere che è in •arrivo un considerevole stock di avventure di Perry Mason mentre, per resistere a ol– tranza, attori noti •per la disinvoltura' con la ,quale guadagnano e 'spendono milioni, hanno proposto di versare qualche migliaio di lire -ciascuno a f._i– vore dei colleghi poveri che la .decisio– ne della RAI-TV ha gettato sul last;ico. Dal cant~ loro i giornali, specialmen– te di sinistra, hanno elevato gli attori a simbolo della ribellione nazionale con– tro le oscure manovre della reazione in agguato, dedicando apocalittiche co– lonne di piombo rovente all'agitazione degli attori. Adesso il problema non è di vedere ;;e gli attori a•bbiano ragione o torto, se sia giusto lo scio.pero o la serrata. Il prohlema, se mai, è ·quello di cercare di scoprire la ragione per la quale que·– sto nostro benedetto Paese si commuova e si interessi tanto a v,icende, che, pà– ragonate a ,quelle di cui si -discorrev~ all'inizio, svelano la loro profonda va– nità, la loro inconsistenza, la loro na– tura puhblicita:ria. Quel che finora s;è rischiato è di rimanere sen~a Musichie'– re: ci fosse da rischiare le fucilate del– le guardie regie e la v,~ra fame? Se i soldi da versare -nelle ,casse di· solida– rietà fossero le ultime cinquanta lire che girano per le tasche? Se la RAI ri– schiasse ·quel che rischiavano gli im– prenditori degli inizi ,del secolo arrùo– lando crumiri? Arriverehbe davvero il deprecabile stock di telefilm amen, cani? \ La verità ,è che qui nessuno rischia 'niente. Nemmeno i cittadini ormai ras-

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