l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

- i NOTE ITALIA Crisi governati va e _ politica estera .Mentre scriviamo si è riaperta la cri– si ministeriale, e l'on. Segni si a-ppresta a partire per Washington, ove lÒ at– tendono i ministri degli esteri occiden– t-aÙ che dovranno concordare 1a linea da seguire in vista degli incontri con 1 russi al cc vertice » di maggio. La posizione dell'on. Segni è. delle più difficili fra quelle a cui hanno_ do– vuto fare fronte i ministri degli esteri italiani nel dopoguerra. Egli a Washing– ton rappresenta solamente se stesso. E rappresenta solamente se stesso in una cornice di ombre e di equivoci, che rendono pressoché indecifrabile la linea della politica estera italiana, po– sto che ve ne sia una. Perché non basta più, oggi come oggi, sottolineare l'adesione incondizionata all'alleanza atlantica per chiarire una linea poli tic a considerato che all 'inter– no dell'alleanza le posizioni del blocco anglosassone e del blocco continentale franco-tedesco, v,anno sempre più dif- ferenziandosi. I Non basta più in quanto l'on. Segni che, da presidente del consiglio passava, a torto o a ragione, per un sostenitore del •cc blocco continentale ,,, oggi, da ministro degli esteri, si presenta ai con– sessi internazionali dell'alleanza co– me espressione delle frazioni di mag– gioranza del partito d.c., ,che non han-_ no mai nascosto le loro •preferenze per forze politiche italiane che sostengono in politica estera le posizioni inglesi e americane. Se a questo si aggiunge che potrebbe darsi il ca~o che mentre l'on. Segni si trova a 'Washington la crisi ,di governo potrebbe concludersi con l'inserimento organico delle maggioranze ·parlamen– tari del PSI - fondamentalmente neu– tralista e quindi fìlosovietico -, avremo il quadro completo della drammatica e paradossale situazione in cui verrà a trovarsi il nostro ministro degli esteri avanti agli alleati. Il primo risultato di tale situazione, sarà quello di vedere il nostro rappre– sentante messo ai margini delle discus– sioni e delle trattative. Vi saranno sì molte parole di stima di cordialità e di benevolenza nei suoi confronti, come si usa fare con gli ammalati, ma la cosa non potrà trarre in inganno nessuno. Perché gli anglo-sassoni come i fran– co-tedeschi non ·possono ragionevolmen– te contare sull'Italia nella spemnza di fare prevalere le proprie tesi, e per tale E COMMENTI ragione ne faranno a meno. Non .è chi non veda quali -danni arrechi al pre– stigio internazionale del paese - già scosso - una tale situazione. Nel frat– tempo il ,corso delle cose politiche ita– liane andrà avanti nel più assoluto e calcolato ,disinteresse .per la politica estera. l,a cosa potrà sembrare strana, m-a ri– sponde ad una logica interna ,dei fatti, che serve ad illuminare il livello a cui è scaduta la lotta di fazioni e di par– titi nel paese. La spinta a sinistra data dalla direzione centrale d,c. al corso della crisi, impone tale silenzio. Per– ché le :possibilità ,che la stessa si risolv_a nel senso voluto -da Moro ·e Fanfani, per cui si battono sino aUa morte -da sar.a– gattiani e lama1fìani, sono condizionate -daUa adesione che il RSI potrà dare alla linea .da essi sostenuta. Ed ·è in vista di tale adesione che in ,cin1quanta giorni di crisi gli organi re– sponsabili dei partiti cl.e., social-demo– cratico ·e lamalfìano, hanno evitato con cura di porre il PSI avanti alla :precisa alternativa di scegliere tra i'l hlocco oc– cidentale - in tutte le $Ue espress-ioni, politiche, mi-litari ed economiche - ed il neutralismo che tale ,partito ha sem– pre professato e che ,di fatto si identifica con una adesione aperta .al nuovo e sem. pre vecchio indirizzo di politica estera sovietica. Un tale fatto non può che aumentare la confusione e l'equivoco -che già do– minano sovrani sul paese. E' ormai ,chia– ro che lèinteresse di parte rischia di far passare in secondo ipiano anche quei motivi di sicurezza •e ,di dignità nazio– nale che sono alla base di ogni politica che intenda tutelare, in senso concreto, gli interessi superi'ori deHa comunità nazionale. ,E,d ancora una volta l'ombra del dop– pio gioco e dell'atphiguità pesa sulla politica estera italiana. Nel linguaggio comune di tutte le cor– renti d.c. è ormai d'o!hhligo rifarsi a De -Gasperi ,per suffragare le proprie tesi politiche. Ma nessuno ricorda, or– mai, che lo statista trentino aveva as-. sunto com~ metro deJfinitivo per valuta– re la possibilità ,di alleanze in politica interna, Patteggiamento delle ,varie for– ze, in materia di poiitica ester-a. Quando si contesta a ,qualcuno tale fatto, si risponde che altri erano i tem– pi, -c'he la guerra fredda -congelava ed inna1zava un muro invalicabile fra le posizioni contrapposte dell'Oriente e dell'Occidente e fra le forze politiche che nel paese sostenevano le posizioni dei due blocchi. Poi il -cc lapirism~ >J ed il cc ,distensio– nismo >J si sono incaricati di dimostrare ai politici frastorn,ati, che ,qualche cosa si muoveva, che il muro crollava. M·a quel qualche cosa di muoveva solo da una !parte. Era il lassismo ,di alcuni ambienti occidentali -che cc vedeva >J muover.si qualche cosa ad oriente. ,E quel qualche cosa altro non ·era se non un ca·mbia– mento di tattica nella lotta globale che il mondo comunista ha impegnato -con– tro l'occidente. Ma queste sono cose che non possono interessare gli uomini della -democrazia italiana, impegnati a fondo nella lotta a coltello per 'fare fuori gli avversari interni, ·e restare •padroni assoluti del campo. BRASILE Tolleranza razziale Qualche tem:po ,fa a Rio de Janeiro , ·una irosegnante fu condannata a quin– dici mesi di prigione, poiché aveva e– spulso dalla classe uno scolaro negro. Ella affermò -che non si era- comporta– ta così a causa del co.lor-e della pelle del suo scolaro ; ·ma, nonostante ciò, il Tribunale brasiliano, che -di .-solito è mite per fatti che in :altre nazioni sa– rebber~ motivo di più gravi sanzioni, l'aveva condannata. In realtà il proble– ma si ·presenta in maniera assai diver– sa che nel Nord America, anche per la differente concezione di "negro". Chi irofatti ha soltanto un po' di_ san.g,ue bianco si considera· -un bianco, chi in– vece ,è bianco è sempre convinto di a- vere un po' -di sangue nero nelle vene. Discriminazioni non esistono in nessun luogo. Un negro può com,perarsi una casa in qualsiasi quartiere di una cit– tà, può trovar .posto in qualsiasi alber– go e, infine, i suoi figli possono fre– quentare qualsiasi scuola. Ovviamente anche in Brasiile succedono q,ualche volta ,degli incidenti a causa ,del colore della pelle, ma in genere si risolvono senza gravi complicazioni. Così ad e– sempio recentemente si è celebrato un processo contro il :pra,prietario di un cinemato·graf o, il quale a•veva voluto im– pedire l'ingresso nel suo focale ai ne– gri. L'avvocato che lo -difese in tribu– nale, negro a sua volta, sostenne per il suo cliente la tesi che obbligare con una pena i .proprietari di cinematografi a non fare delle •discriminazioni potreb– be essere un passo indietro e un peri· coloso sintomo per creare un problema razziale che non esiste. I brasiliani so– no assai orgogliosi ,di questa loro tolle– ranza razzia-le e la considerano una del-. le principali caratteristiche :positive del loro paese. La ragione di tale compor•

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=